Contributi Inps 2018 non pagati, chi deve versarli e quando

Pubblicato il 28 Giugno 2018 alle 14:59 Autore: Daniele Sforza
Contributi Inps 2018 non pagati: chi deve versarli e quando

Contributi Inps 2018 non pagati, chi deve versarli e quando.

Cosa avviene se i contributi Inps 2018 non vengono pagati? Chi deve versarli e quando? Contrariamente a quanto si possa pensare non sempre i contributi devono essere pagati dal datore di lavoro. Ci sono casi particolari, infatti, in cui gli stessi devono essere versati dal lavoro stesso. Esistono due tipi di contributi. Quelli assistenziali, che vanno a ricoprire i rischi da legare a eventuali malattie o infortuni sul lavoro e vanno versati all’Inps o all’Inail. E poi ci sono i contributi previdenziali, da versare all’Inps o all’Inpdap, e che sostanzialmente rappresentano i versamenti da erogare a fini pensionistici per il lavoratore. Adesso andiamo a scoprire chi deve versarli.

Contributi Inps 2018: chi deve versarli?

Come abbiamo scritto sopra, i contributi Inps 2018 possono essere versati dal datore di lavoro o dal lavoratore stesso. Per quanto riguarda i datori di lavoro, questi sono obbligati a versare i contributi per i propri dipendenti nei rapporti di lavoro subordinato. Allo stesso tempo i lavoratori sono chiamati a versare i contributi per loro stessi quando si parla di lavoro autonomo.

Il caso più particolare è quest’ultimo. I lavoratori che svolgono rapporti di lavoro coordinati e continuativi, collaborazioni occasionali oltre la soglia esente e contratti a progetto sono chiamati a versare i propri contributi. Allo stesso modo anche i titolari di partita Iva che non appartengono a casse speciali sono obbligati a versare i contributi all’Inps.

Per quanto riguarda i contratti a progetto, ormai messi da parte dalla normativa del Jobs Act, i contributi venivano versati in quote ripartite non alla pari tra il datore di lavoro (a cui spettavano 2/3) e il lavoratore (a cui spettava 1/3 della somma). Questo meccanismo è identico per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. I 2/3 a carico del datore di lavoro vengono trattenuti in busta paga.

Per ciò che concerne la collaborazione occasionale, qualora il reddito annuo derivante da questa forma di lavoro superi i 5.000 euro lordi, scatta l’adempimento per il lavoratore. Che dovrà iscriversi alla Gestione Separata Inps e quindi versare i contributi per se stesso.

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Contributi Inps 2018 non pagati: cosa succede?

In caso di mancato pagamento dei contributi Inps 2018 si può procedere per vie legali. Il mancato versamento dei contributi può infatti essere perseguibile come reato. Tuttavia la sanzione si differenzia se si stratta di omissione o di evasione. In caso di omissione, ovvero con pagamento dei contributi in ritardo o inferiore a quanto spettante, si va incontro a una sanzione che prevede un tasso di riferimento maggiorato di 5,5 punti; comunque non oltre il 40% della somma totale dei contributi o premi.

In caso di evasione, con annesse dichiarazioni false o denunce obbligatorie non emesse, si va incontro a una sanzione ammontante al 30% dell’importo non dichiarato; ma comunque non oltre il 60% dell’importo dei premi o contributi omessi.

Il datore di lavoro può comunque operare a quanto omesso tramite ravvedimento operoso. Per far ciò dovrà denunciare la situazione debitoria spontaneamente entro 12 mesi dal termine previsto per il pagamento dei contributi; effettui il pagamento entro 30 giorni dalla presentazione della denuncia. Quest’ultima, tuttavia, dovrà essere stata presentata prima che l’Inps abbia fatto emergere ogni possibile contestazione. E quindi prima che siano stati ordinati accertamenti ispettivi.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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