Legge 104: articolo 3 comma 1 e 3. Le differenze per benefici e permessi

Pubblicato il 9 Luglio 2018 alle 11:08 Autore: Daniele Sforza
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Legge 104: articolo 3 comma 1 e 3. Le differenze per benefici e permessi.

Ci sono delle differenze tra i commi 1 e 3 dell’articolo 3 della Legge 104. Divergenze terminologiche, per lo più, che riguardano la definizione di persona handicappata. Con l’aggiunta della qualificazione di gravità. Quindi spesso i soggetti che possono usufruire delle agevolazioni della Legge 104, si chiedono a quali benefici possono effettivamente accedere visto il loro status. Ricordiamo che le agevolazioni della Legge 104 sono attribuibili non solo alle persone affette da disabilità, ma anche ai familiari che le assistono; dal coniuge alle coppie di fatto, fino ai parenti entro il terzo grado, ma solo nell’eventualità di alcune condizioni particolari. Resta il fatto che anche tali familiari che svolgono attività di caregiver hanno diritto ai 3 giorni di permesso retribuito al mese, oltre ad alcune agevolazioni supplementari da verificare in casi singolari.

Legge 104, art. 3: comma 1 e 3, ecco cosa dicono

Andiamo quindi a visualizzare cosa recitano i commi 1 e 3 dell’articolo 3 della Legge 104/92. L’articolo fa riferimento ai soggetti aventi diritto. Iniziamo quindi dal comma 1.

È persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva; che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa; e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Nel comma seguente, si legge che la persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in merito alla natura e alla consistenza della minorazione; nonché alla capacità complessiva individuale residua e all’efficacia delle terapie riabilitative. Proseguendo con il comma 3, si precisa la definizione di gravità. Infatti si legge quanto segue.

Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici.

Legge 104, art. 3: comma 1 e 3, soggetti aventi diritto

Dunque, come abbiamo riportato sopra, il comma 1 definisce lo stato di persona handicappata, mentre il comma 3 si riferisce alla condizione di “handicap in situazione di gravità”. E leggendo il contenuto dei due commi, si evidenzia come una persona a cui venga riconosciuta il 100% di invalidità non è per forza una persona con handicap in situazione di gravità. E a tal proposito anche i benefici garantiti ai soggetti rientrati nel comma 1 o nel comma 3 risultano differenti.

Ad esempio, per ciò che concerne l’indennità economica, i soggetti rientranti nel comma 1 non hanno diritto ad assegni o altri tipi di indennità; assegnabili invece a chi detiene un certificato di invalidità civile, sia cieco o sordomuto.

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Legge 104, art. 3: comma 1 e 3, le agevolazioni

In caso di soggetti con handicap, ma senza il riconoscimento della situazione di gravità, i benefici sono minori rispetto alle persone che rientrano nel comma 3 dell’articolo 3. Infatti, chi rientra nel comma 1 non ha diritto a provvidenze economiche e indennità specifiche che invece sono previste per gli invalidi civili, o per chi presenta certificazione di cecità civile o sordomutismo.

Restano comunque interessanti alcune agevolazioni fiscali, come ad esempio quelle per l’acquisto di un’auto, o l’esenzione dal pagamento del bollo; o ancora le detrazioni per l’acquisto di dispositivi tecnici e informatici, protesi e altre tipologie di ausilio assistenziale; nonché le detrazioni per familiari a carico e le spese sostenute per badanti e collaboratori domestici.

Ci sono poi i permessi retribuiti (3 giorni al mese, frazionabili in ore); riservate ai soggetti disabili o ai lavoratori che prestino assistenza a soggetti affetti da disabilità grave (art, 3, comma 3). I soggetti che rientrano nelle specifiche di quest’ultimo comma, hanno anche diritto a riposi giornalieri di 1 o 2 ore al giorno.

Infine tra i benefici garantiti dalla Legge 104 spicca anche il congedo straordinario retribuito, che interessa 2 anni di congedo dal lavoro, frazionabili durante l’arco di tutta la vita lavorativa. Il riconoscimento spetta ai lavoratori dipendenti che svolgono attività di assistenza a un familiare con disabilità grave certificata.

Altro riconoscimento per i caregiver che assistono soggetti affetti da disabilità grave o questi ultimi medesimi riguarda il rifiuto a un eventuale trasferimento a lavoro. Ovvero il soggetto può rifiutare un eventuale trasferimento in una sede lontana da quella attuale, senza che il datore di lavoro possa opporsi.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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