Congedo di maternità 2018: domanda, a chi spetta e come richiederlo

Pubblicato il 12 Luglio 2018 alle 11:48 Autore: Daniele Sforza
congedo di maternità

Congedo di maternità 2018: domanda, a chi spetta e come richiederlo.

Requisiti e domanda per il congedo di maternità 2018


Come funziona il congedo di maternità 2018, a chi è rivolto e come funziona nello specifico? Sul sito dell’Inps è possibile consultare la guida in proposito. Per congedo di maternità si definisce quel periodo di astensione obbligatoria dal lavoro che viene riconosciuto alle lavoratrici dipendenti divenute madri durante il periodo di gravidanza e di puerperio. Per usufruire del congedo di maternità bisogna rispettare determinati requisiti. In caso la madre non possa beneficiare del congedo, il padre può richiedere l’estensione dal lavoro, confluendo nel cosiddetto congedo di paternità. Tale beneficio è rivolto anche nei casi di affidamento o adozione dei minori.

Congedo di maternità 2018: soggetti aventi diritto

Di seguito l’elenco dei soggetti che possono beneficiare del congedo di maternità 2018.

  • Lavoratrici dipendenti (assicurate all’Inps o ex IPSEMA anche per la maternità);
  • Apprendiste, operaie, impiegate, dirigenti;
  • Lavoratrici dipendenti da amministrazioni pubbliche (anche ex Inpdap e Enpals);
  • Disoccupate o sospese;
  • Lavoratici agricole a tempo determinato o indeterminato; queste devono essere iscritte come braccianti negli elenchi nominativi annuali per minimo 51 giornate di lavoro agricolo;
  • Lavoratrici iscritte alla Gestione Separata Inps non pensonate;
  • Colf e badanti;
  • Lavoratrici a domicilio;
  • Lavoratrici LSU o APU.

Congedo di maternità 2018: quanto dura

All’inizio di questo articolo abbiamo scritto che il congedo di maternità dura per il periodo di gravidanza e di puerperio. Invero, per quanto riguarda la gravidanza, il congedo parte da due mesi prima la data presunta del parto. In caso di gravidanza a rischio o incompatibilità con le mansioni lavorative da svolgere e di certificazione apposita dell’Asl, il congedo di maternità può iniziare anche prima.

Dopo il parto, invece, la durata è fino a tre mesi dopo l’effettiva data del parto. In caso di parto prematuro, nel conteggio dei giorni a disposizione andranno annoverati anche quelli non goduti. Infine, la durata può essere anche estesa per l’intero periodo di interdizione prorogata disposto dalla Direzione Territoriale del Lavoro; ciò in caso di mansioni incompatibili con il puerperio.

In caso di affidamento o adozione, il congedo di maternità dura per 5 mesi a partire dall’ingresso in famiglia (o in Italia, se straniero) del minore.

Congedo di maternità 2018: requisiti richiesti

Per usufruire del congedo di maternità, la donna deve avere un rapporto di lavoro in corso, naturalmente. Per le donne disoccupate o sospese dal lavoro, invece, il congedo deve iniziare non oltre i 60 giorni dall’ultimo giorno di lavoro; a meno che non sussista il diritto all’indennità di disoccupazione, alla mobilità o alla cassa integrazione. Per colf e badanti sono invece richiesti 26 contributi settimanali nell’anno che precede l’inizio del congedo. Oppure 52 contributi settimanali nel biennio precedente. Infine, per quanto riguarda le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata Inps, il congedo di maternità viene garantito se nei 12 mesi antecedenti l’inizio del congedo risultino accreditati o dovuti almeno 3 contributi mensili.

Congedo di maternità 2018: importo

Il congedo di maternità garantisce un’indennità dell’80% della retribuzione media globale giornaliera. Quest’ultima viene parametrata sulla base dell’ultimo mese di lavoro precedente il congedo. Per le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata Inps, invece, l’importo è pari all’80% di 1/365 del reddito. È il datore di lavoro che anticipa l’indennità Inps, inserendola nella busta paga della lavoratrice dipendente.

È accreditata direttamente dall’Inps su conto corrente postale o bancario o tramite accredito alle seguenti tipologie di lavoratrici.

  • Stagionali;
  • Operaie agricole;
  • Lavoratrici dello spettacolo;
  • Colf e badanti;
  • Disoccupate o sospese;
  • Lavoratrici iscritte alla Gestione Separata Inps.

Per ciò che concerne le lavoratrici assicurate ex IPSEMA, la situazione cambia in base alla scelta del datore di lavoro. Se quest’ultimo ha optato per il pagamento dell’indennità con il conguaglio CA2G allora l’accredito avviene da lui stesso. In caso contrario, l’indennità viene erogata direttamente dall’Inps.

Contributi Inps colf 2018: scadenza a luglio, la tabella degli importi.

Congedo di maternità 2018: come presentare la domanda

L’Inps informa sui tempi per presentare la domanda per il congedo di maternità 2018. Questa va presentata prima dei 2 mesi dell’inizio del congedo, quindi 2 mesi prima della data presunta del parto. E comunque mai oltre 1 anno dalla fine del periodo indennizzabile, visto il termine di prescrizione. La domanda si anticipa inoltrando all’Inps il certificato medico di gravidanza tramite medico del SSN convenzionato. Per ciò che concerne le comunicazioni successive al parto (data di nascita del figlio e generalità) queste dovranno essere inviate entro 30 giorni dal parto.

La domanda per il congedo di maternità 2018 potrà essere presentata online, tramite il servizio telematico messo a disposizione dall’Inps. Ovviamente, in questa modalità sarà possibile anche allegare specifica documentazione richiesta, in base alle singolarità dei casi.

La domanda potrà essere effettuata anche chiamando il Contact Center (803 164 da fisso; 06 164 164 da mobile); oppure tramite enti di patronato e intermediari dell’Istituto.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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