Contributi Inps: restituzione o pensione con 5 anni. Cosa dice la legge

Pubblicato il 18 Luglio 2018 alle 12:16 Autore: Daniele Sforza
Contributi Inps: restituzione o pensione con 5 anni

Contributi Inps: restituzione o pensione con 5 anni. Cosa dice la legge.

Restituzione contributi Inps o pensione dopo 5 anni, i casi


I contributi Inps versati possono essere restituiti se non si raggiungono gli anni tali per farli valere a fini pensionistici? La legge è stata sempre molto contraria alla restituzione dei contributi, che è possibile solo in alcuni sporadici casi. Emerge poi la questione se sia possibile andare in pensione con 5 anni di contributi. Anche su questo punto la legge parla chiaro e determina le singolari condizioni che permettono l’accesso alla pensione, previo il rispetto di determinati requisiti.

Contributi Inps: restituzione, quando avviene?

Pur non avendo raggiunto i requisiti per andare in pensione, i contributi Inps non possono essere restituiti. In tutti i casi in cui il contribuente abbia fatto domanda di restituzione dei contributi Inps, le risposte sono state sempre negative, anche per l’eventuale risarcimento del danno. Infatti la Legge sembra affermare che tutti i versamenti contributivi sono utili per sommare i requisiti per l’accesso alla pensione; anche nell’eventualità in cui non bastino per raggiungerla. Più precisamente questi contributi risultano potenzialmente utili per l’accesso alla pensione; e a meno che non siano erronei oppure non dovuti, risulta impossibile domandarne la restituzione. Al di là di questo, è possibile recuperare i contributi se si detiene una pensione primaria in qualunque gestione. I contributi di cui sopra andranno così a formare una pensione supplementare, calcolata con il sistema contributivo e pertanto di importo piuttosto basso.

Contributi Inps: restituzione, caso per caso

La Legge Per Tutti redige una panoramica piuttosto completa sui casi di restituzione dei contributi Inps. Andiamo quindi ad analizzare caso per caso.

  • Lavoratore dipendente. Secondo una legge del 1957 i contributi non dovuti versati in un periodo che precede di oltre 5 anni il momento dell’accertamento Inps, rimangono acquisiti ai fini delle prestazione pensionistiche. All’accertamento del versamento contributivo non dovuto, può dunque spettare il rimborso, ma privo di interessi, “limitatamente ai contributi relativi ai 5 anni non prescritti”.
  • Lavoratore autonomo. I contributi non dovuti non sono acquisibili a fini pensionistici; pertanto può avvenire la restituzione, ma sempre priva di interessi.
  • Collaboratori e Gestione separata. I contributi non dovuti cadono in prescrizione dopo 5 anni, e pertanto, dopo tale lasso di tempo, non possono più essere restituiti. (Messaggio Inps n. 15279/2012).
  • Altre circostanze. Riguardano gli errori o i contributi versati in eccedenza. In particolare:
    • Versamento al fondo errato: avviene il trasferimento dei contributi dalla cassa previdenziale sbagliata a quella giusta.
    • Versamento in eccedenza: per lavoratori dipendenti, rimborso previsto prima della prescrizione quinquennale. Per lavoro autonomo e gestione separata, rimborso sempre possibile.

Contributi Inps: pensione con 5 anni, cosa succede?

Chi ha raggiunto l’età pensionabile deve tenere conto anche di un altro requisito. L’età contributiva. Se non si sono raggiunti i 20 anni di contributi, allora non si potrà andare in pensione. A meno che non si siano totalizzati 15 anni di contributi e si possano sfruttare le deleghe alla Legge Fornero. Tuttavia ci sono altri casi in cui si può accedere alla pensione con soli 5 anni di contributi, ma solamente quando si raggiunge un determinato requisito anagrafico. Peraltro legato all’aspettativa di vita. Nel 2018 questo requisito si traduce in 70 anni e 7 mesi. Che nel 2019 diventeranno 71 anni.

Come spiega Noemi Secci in La Legge Per Tutti, “per ottenere questa pensione devi essere assoggettato al calcolo integralmente contributivo della prestazione”. Fuori dalla cerchia dei “contributivi puri”? Possono esserci delle soluzione alternative per rientrare nel regime.

In ogni caso tutti i lavoratori la cui prestazione venga calcolata con sistema contributivo possono accedere alla pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi. Quindi i soggetti che non hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996; oppure quelli che hanno contributi versati solo nella gestione separata.

In caso di contributi versati prima del 31 dicembre 1995, si può scegliere l’opzione del computo nella gestione separata. In modo tale da versare tutti i contributi suddivisi in diverse casse (escluse quelle dei liberi professionisti) nella gestione separata. Questa opzione è tuttavia esclusa a chi ha solo 5 anni di contributi versati. Per l’accesso alla pensione bisognerà infatti avere minimo 15 anni di contributi in totale; almeno 5 anni di contributi versati dopo il 1° gennaio 1996. E minimo 1 contributo versati al 31 dicembre 1995.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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