Assegni familiari 2018 e mantenimento figli: differenze e obblighi per legge

Pubblicato il 17 Luglio 2018 alle 14:05 Autore: Daniele Sforza
Assegni familiari e mantenimento figli: obblighi

Assegni familiari 2018 e mantenimento figli: differenze e obblighi per legge.

In tema di assegni familiari e assegno di mantenimento dei figli, fino a quando persiste l’obbligo di aiutare economicamente la prole? La legge è abbastanza chiara a riguardo, anche se la recente crisi economica ha contribuito a ritardare ulteriormente l’indipendenza economica dei ragazzi usciti dallo studio; indebolendo anche i nuclei familiari. Il tempo di andare a lavorare compiuta la maggiore età sembra ormai essere lontano nel tempo. Tuttavia spesso si fanno dei lavori saltuari per pagarsi gli studi universitari o quelli post-specialistici. Ma un genitore fino a quando è tenuto a mantenere i figli? E come avviene in caso di coppie separate o divorziate?

Assegni familiari e mantenimento figli: fino a quando?

L’obbligo di mantenimento dei figli da parte dei genitori è valido fino a quando gli stessi non raggiungono l’autosufficienza economica. O comunque non svicolino dagli elementi che sono primari relativamente al mantenimento, come ad esempio la convivenza nella stessa casa. Il mantenimento dei figli si allarga anche dopo il compimento della maggiore età. Se il figlio non va a lavorare e preferisce continuare gli studi, ad esempio. In caso di coppia genitoriale ancora coniugata, il mantenimento avviene da entrambe le parti, a seconda delle possibilità economiche e materiali di ciascuno. In caso di separazione o divorzio, invece, i genitori sono chiamati a stringere un accordo; oppure a far decidere l’importo dell’assegno di mantenimento al giudice.

Il mantenimento dei figli persiste in caso questi ultimi siano in condizioni di precariato. Cioè nell’eventualità in cui stiano utilizzando una borsa di studio, o stiano eseguendo un lavoro stagionale. Di contro non deve necessariamente sussistere un contratto a tempo indeterminato full time. Anche un contratto part-time, ad esempio, può garantire l’indipendenza economica del figlio. Quest’ultima si riduce quando il ragazzo avanza sempre di più con l’età e magari non lavora da tempo. Il genitore può dunque legittimare non l’impossibilità da parte del figlio di lavorare, bensì la sua svogliatezza.

Un altro elemento fondamentale da sottolineare è che quando il mantenimento cessa, lo fa definitivamente. Pertanto se un ragazzo viene assunto in un’azienda e sia quindi cessato l’assegno di mantenimento. Tuttavia il soggetto in questione viene licenziato 6 mesi dopo. In questo caso può richiedere un nuovo assegno di mantenimento? La risposta è negativa. In parole povere, lo stop al mantenimento è definitivo.

Assegno di mantenimento: come si richiede?

Assegni familiari e mantenimento figli: quale importo?

L’importo dell’assegno di mantenimento non è fisso. Tutto dipende dalla singola situazione dell’ex nucleo familiare. Solitamente si prevede un accordo comune tra gli ex coniugi. Ma in caso di diverbio insanabile è il giudice a decidere, in base ad alcuni parametri legati al tenore di vita passato e alle necessità economiche per le quotidiane esigenze (e non si parla solo del vitto), adattate quindi ai tempi che si vivono.

L’importo può anche cambiare nel corso del tempo. E può dunque aumentare, ma anche ridursi. Il primo caso può avvenire nel caso in cui il figlio ad esempio deve andare a studiare fuori la propria città o deve pagare la retta di una università. La riduzione può invece avvenire nel disgraziato caso in cui il genitore obbligato alla corresponsione subisca complicazioni a lavoro a causa di problemi di salute, o costituisca un nuovo nucleo familiare.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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