Visita fiscale Inps: cambio reperibilità e domicilio, come fare la procedura

Pubblicato il 18 Agosto 2018 alle 00:00 Autore: Daniele Sforza
Visita fiscale Inps: cambio reperibilità e domicilio

Visita fiscale Inps: cambio reperibilità e domicilio, come fare la procedura.

Visita fiscale e malattia. il cambio del domicilio


Parlando di visita fiscale Inps, è possibile che il lavoratore malato debba cambiare domicilio durante il periodo di malattia. In questo caso dovrà necessariamente comunicare al datore di lavoro nonché all’Inps la variazione dell’indirizzo presente sul certificato medico. Per il nuovo domicilio dovranno rispettarsi le solite regole, come ad esempio la leggibilità e la presenza del nome sull’eventuale citofono; e quindi tutte le responsabilità che il soggetto dovrà assumere per farsi trovare e non ostacolare la reperibilità da parte del medico Inps.

Visita fiscale Inps: cambio domicilio durante malattia, cosa fare?

Innanzitutto va ricordato che il lavoratore, qualora dovesse cambiare domicilio sin dal primo giorno di malattia, è tenuto a segnalarlo al medico di base. Che indicherà l’indirizzo sul certificato che poi trasmetterà all’Inps. Può sopraggiungere una variazione di domicilio durante il periodo di malattia e in questo caso sarà responsabilità del lavoratore avvisare datore di lavoro e Istituto previdenziale tempestivamente, onde evitare spiacevoli sorprese.

Le modalità per comunicare il cambio di indirizzo sono tre e sono elencate nel messaggio Inps n. 1290 del 22 gennaio 2013. Più nello specifico:

  • E-mail: scrivendo all’indirizzo medicolegale.NOMESEDE@inps.it (sostituire a NOMESEDE la città di riferimento).
  • Fax: inviando comunicazione specifica al numero di fax della Struttura territoriale Inps di riferimento.
  • Contact Center Multicanale: chiamando il numero verde 803 164. L’operatore trasmetterà la comunicazione alla sede competente. In questo caso sarà opportuno segnarsi il numero di protocollo della segnalazione.

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Visita fiscale Inps: cosa fare in caso di trasferimento all’estero

È possibile che il lavoratore in malattia debba trasferirsi all’estero per ricevere le cure e l’assistenza sanitaria migliore per la propria patologia. Prima di partire, bisognerà chiedere l’autorizzazione alle strutture competenti (Inps e Asl). Come ricorda l’Associazione Nazionale Medici Fiscali, “nel caso in cui l’autorizzazione per spostamenti in ambito UE venga rilasciata dalle ASL mediante mod. E112, il lavoratore dovrà fornire all’Inps e al datore di lavoro la predetta autorizzazione”. Spetterà poi al medico Inps verificare le effettive ragioni per il trasferimento.

Qualora la malattia insorga in un Paese della comunità europea, si applica la normativa riferente al Paese di residenza dell’assicurato. Questi dovrà presentare il certificato di malattia all’Inps e al datore di lavoro entro 2 giorni dal rilascio. Oppure rivolgersi all’autorità locale competente che poi trasmetterà comunicazione all’istituzione di riferimento. Infine, precisa ANMEFI, in caso di malattia occorsa in Paesi extracomunitari la certificazione “dovrà essere legalizzata dalla rappresentanza diplomatica o consolare italiana all’estero; con validazione anche a mezzo timbro del documento, secondo le disposizioni locali”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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