Investimenti settembre 2018: obbligazioni e BTP, come prepararsi all’autunno caldo

Pubblicato il 28 Agosto 2018 alle 10:15 Autore: Giovanni De Mizio
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Settembre è in arrivo, e potrebbe essere opportuno preparare i propri investimenti ad un possibile autunno, dal punto di vista economico e finanziario. L’Italia e i mercati aspettano di conoscere i dettagli della prima manovra del governo Salvini-di Maio.

Fra flat tax, reddito di cittadinanza e riforma della legge Fornero i soldi richiesti sono molti, e il rischio di non trovarli è alto.

Investimenti a settembre: le prossime notizie

I mercati stanno da mesi votando con i piedi. Gli investimenti sull’Italia dall’estero sono in calo, segno che gli investitori aspettano di sapere qualcosa di più prima di muoversi. Il 27 settembre arriverà la nota di aggiornamento del DEF, mentre il 15 ottobre inizierà il ciclo di bilancio.

L’agenzia di rating Fitch, intanto, potrebbe mettere in guardia i mercati venerdì 31 agosto, quando potrebbe assegnare all’Italia un outlook negativo. Questo significa che Fitch potrebbe ritenere che le cose, in Italia, andranno peggio nel prossimo futuro.

Uno dei motivi di questo pessimismo è anche la chiusura dell’ombrello protettivo della BCE, prevista per fine anno. La prossima fine del Quantitative Easing sta infatti riportando i livelli di rischiosità dei titoli italiani ai suoi livelli naturali, e per tutte queste gli investitori non vogliono farsi trovare in fallo.

Come proteggere i propri investimenti?

La regola generale è quella della diversificazione. È sempre una buona idea non essere troppo esposti su un singolo paese o su un singolo settore. Questo vale anche per il proprio paese, nonché la propria valuta.

Il mercato obbligazionario europeo, a causa dei possibili scontri che potrebbero avvenire sui bilanci, rischia di finire in tempesta. Per questa ragione conviene assegnare una quota fra il 30 e il 50% dei propri investimenti a titoli denominati in una valuta diversa dall’euro e attutire gli effetti dell’elevata volatilità.

Le alternative non mancano. Il titolo di Stato USA a 10 anni, ad esempio, rende attualmente più o meno quanto il BTP a 10 anni italiano (3% circa), ma gli USA hanno fondamentali economici migliori rispetto all’Italia. Si tenga comunque conto del possibile aumento della volatilità sul forex.

In generale gli investitori dovrebbero considerare obbligazioni denominate in dollari di alta qualità (investment grade), perché, a parità di rendimento con i BTP (intorno al 3,5% quello a 30 anni), presentano un grado di volatilità inferiore.

Investire sull’Italia? Sì, ma con giudizio

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Chi vuole puntare sull’Italia può prendere in considerazione un mix di titoli a breve (BOT, CTZ e BTP fino a 3 anni, che però rendono molto poco) e di titoli a più lunga scadenza. Questi andrebbero accompagnati a investimenti di altri Paesi dell’Eurozona. In questo caso, può essere opportuno introdurre una quota di azioni: i mercati azionari europei, infatti, per quanto ovviamente non privi di rischi, sono meno esposti di quello italiano alle turbolenze bancarie.

Chi è più vicino alla pensione dovrebbe destinare una quota maggiore dei propri investimenti alle obbligazioni (fondi e soprattutto ETF, che costano meno). Questa quota dovrebbe scendere a favore di investimenti azionari man mano che cala l’età. Chi ha davanti molti anni di vita lavorativa può resistere molto meglio alle fluttuazioni delle azioni, che però nel lungo periodo, storicamente, hanno sempre portato a rendimenti molto sostanziosi.

A patto di non aver messo tutte le uova nello stesso paniere.

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