Assegni digitali dematerializzati al via, come funzionano. Comunicato ABI

Pubblicato il 12 Settembre 2018 alle 09:57 Autore: Daniele Sforza
Assegni digitali materializzati al via: come funzionano

Assegni digitali dematerializzati al via, come funzionano. Comunicato ABI.

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Il processo di digitalizzazione del Paese investe anche gli assegni. ABI ha pubblicato un comunicato a proposito di assegni digitali dematerializzati, spiegando come funzionano e fornendo tutte le informazioni utili in merito. Si parla così di Check Image Truncation, una procedura nuova finalizzata alla trasformazione degli assegni in un documento digitale; trasformazione che avviene una volta avvenuto il versamento degli assegni in banca. È così che l’assegno diventa digitale e ha la stessa validità di quello cartaceo, ma al contempo riduce “i rischi operativi legati al suo scambio materiale e lavorazione manuale”.

La procedura, denominata anche nel suo acronimo CIT, non influenza le modalità operative e di utilizzo nel versamento degli assegni. Inoltre, dal 9 luglio 2018, questa è “l’unica procedura utilizzabile dalle banche per il pagamento degli assegni”. ABI precisa che “l’emissione e la circolazione degli assegni rimangono in forma cartaceo; e il versamento avviene presso gli sportelli delle agenzie o presso gli ATM multifunzione come previsto da ciascuna banca”.

Assegni digitali dematerializzati: elementi obbligatori

L’Associazione Bancaria Italiana riepiloga poi le 4 informazioni importanti da tenere a mente e a cui bisogna prestare attenzione. Si parte così con il controllo sull’assegno, sia quando lo si emette, sia quando lo si riceve. Gli elementi che devono comparire sull’assegno risultano essere i seguenti.

  • Luogo e data di emissione;
  • Importo in lettere e cifre;
  • Nome del beneficiario;
  • Firma del correntista che emette l’assegno bancario o della banca che emette l’assegno circolare.

La mancanza di uno di questi elementi determina l’irregolarità dell’assegno; e ciò ne impedisce l’incasso con la procedura Check Image Truncation, portando così all’obbligo di una nuova emissione. Si precisa poi che sugli assegni di importo pari o superiore a 1000 euro deve essere presente la clausola “Non Trasferibile”.

Assegni digitali dematerializzati: come facilitare digitalizzazione e incasso

Il processo di digitalizzazione e quindi di incasso dell’assegno è facilitato seguendo alcune norme.

  • Compilare l’assegno con una scrittura chiara e comprensibile;
  • Apporre firme di traenza e di girata, eventuali timbri e altre informazioni rilevanti negli spazi appositi; evitare sovrapposizione di dati e illeggibilità delle informazioni;
  • Custodire con cura l’assegno, evitando eventuali danni.

ABI informa che nel caso in cui la banca non riesca a creare un’immagine valida, il processo di digitalizzazione risulterà più lungo; tuttavia il cliente sarà informato tempestivamente della cosa.

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Assegni digitali: cosa succede in caso di assegno non pagato

Cosa succede in caso di assegno non pagato? L’Associazione Bancaria Italiana avvisa che l’istituto di credito non restituirà al cliente l’assegno cartaceo originario. Quest’ultimo sarà infatti privo di valenza giuridica e potrà essere distrutto una volta avvenuta la digitalizzazione. Ciò che sarà consegnato al cliente sarà una copia cartacea conforme al documento digitale che includerà le informazioni riguardanti il mancato pagamento. Tale copia cartacea potrà quindi essere usata dal cliente in sostituzione del documento originale cartaceo.

Assegni digitali dematerializzati: info utili e comunicato ABI in pdf

ABI ricorda che bisogna sempre diffidare di chi chiede la fotografia di un assegno al fine di completare un acquisto, magari a distanza o sul web. Infatti “gli assegni continuano a circolare in modalità cartacea e sono le banche a creare le immagine digitali”. Purtroppo, la richiesta di foto degli assegni nasconde nella maggior parte delle volte tentativi di truffa.

Per consultare il comunicato ABI nella sua versione integrale, selezionate il seguente pdf scaricabile e stampabile.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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