Assegno mantenimento figli cancellato, cosa cambia con la riforma

Pubblicato il 11 Settembre 2018 alle 11:24 Autore: Redazione
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Assegno mantenimento figli cancellato, cosa cambia con la riforma

Tra le varie proposte di legge che, in questi giorni, arricchiscono il dibattito politico, ce n’è una che potrebbe rivoluzionare drasticamente il concetto di affidamento dei figli e il loro mantenimento, in caso di separazione e divorzio.

Il leghista Simone Pillon propone un cambio su assegno mantenimento

Si tratta del disegno di legge del leghista Simone Pillon, che introduce diversi concetti chiave assolutamente innovativi rispetto alla attuale normativa del 2006. In particolare sono tre i pilastri di una riforma che si propone di mettere maggiormente al centro della questione della fine del legame coniugale, la figura del minore o dei minori coinvolti in quanto figli: anzitutto verrebbe cancellato interamente l’istituto dell’assegno di mantenimento a favore della prole; la nuova legge, ispirandosi al principio della “bigenitorialità perfetta”, infatti farebbe sì che entrambi i genitori contribuiscano, in egual misura, alle spese necessarie al mantenimento e crescita dei figli.

Previsto anche il doppio domicilio per il minore

Conseguentemente, e come secondo punto nodale della riforma, sarebbe previsto il doppio domicilio per il minore, in modo che possa trascorrere ogni mese una quantità di tempo equamente diviso tra i genitori (e in ogni caso, salvo diverso accordo tra i genitori e salvo non vi sia rischio di pregiudizio per il minore, un tempo non inferiore a 12 giorni al mese presso ciascun genitore). Scomparirebbe pertanto dalla normativa in materia, il concetto di “genitore collocatario”.

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Non più assegno mantenimento, ma contribuzione in egual misura

Come terzo punto chiave della riforma, verrebbe reso obbligatorio l’utilizzo dell’istituto della cosiddetta mediazione familiare, la quale prevede che una figura terza ed imparziale – il mediatore familiare – aiuti e accompagni i genitori alla miglior soluzione post-matrimoniale per i figli. Nel caso però che i genitori non giungano ad un accordo, allora sarà il giudice ad intervenire: col nuovo assetto normativo, non predisporrà più un assegno di mantenimento al genitore collocatario, bensì stabilirà che i genitori, in egual misura, contribuiscano al mantenimento e alle spese della prole.

Si tratta sicuramente di una proposta che farà ancora discutere, ed è chiaro l’intento di Pillon che ha affermato: “Basta ai papà bancomat e ai genitori della domenica”. In questi giorni il disegno di legge inizia il suo iter parlamentare in Commissione Giustizia al Senato, la battaglia per la riforma di una questione cardine del diritto di famiglia è iniziata.

Claudio Garau

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