Pace fiscale 2019: requisiti massimi e chi può averla. Le novità

Pubblicato il 17 Settembre 2018 alle 09:55 Autore: Giovanni De Mizio
Pace fiscale legge di bilancio

La pace fiscale continua, faticosamente, a prendere forma, tenendo accese le speranze di chi ha pendenze con il fisco. Il condono dovrebbe arrivare prima della riforma fiscale, che invece è stata rimandata al 2020.

La pace fiscale dovrebbe arrivare nel 2019, con un decreto collegato alla legge di bilancio. L’obiettivo teorico sarebbe smaltire tutte le pratiche fiscali, liberare tutti i contribuenti dei loro pesi e fare una riforma fiscale che parta da zero.

Pace fiscale: chi potrà beneficiarne

Per queste ragioni la pace fiscale dovrebbe essere la più ampia possibile. Il governo prevede un tetto di un milione di euro per contribuente. Questo significa che le maglie potrebbero essere abbastanza larghe da far passare qualche grande evasore.

Dovrebbero essere condonate pratiche delle più svariate tipologie, dalle cartelle dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex-Equitalia) ai liti tributarie fino alle multe.

Prevista anche una voluntary disclosure per le cassette di sicurezza, il cui ricavato dovrebbe andare alle vittime delle truffe bancarie. L’aliquota dovrebbe trovarsi fra il 15 e il 35%.

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Pace fiscale: le aliquote

Chi vorrà chiudere una volta e per sempre i contenziosi con il fisco dovrà pagare fino a tre aliquote: 6%, 10% e 25%. L’aliquota da applicare dipenderà dalla situazione specifica. Una famiglia in condizioni economiche modeste e piccoli debiti potrà approfittare della pace fiscale pagando il 6% del dovuto.

Un contribuente medio, con casa di proprietà e reddito inferiore ai 3000 euro al mese, potrà vedere i propri debiti condonati pagando il 10%. Chi invece avrà accumulato debiti per cifre più importanti pagherà il 25%, ovvero, nel caso “peggiore”, 250mila su un debito da un milione di euro.

Pace fiscale: altre misure

Il governo desidera migliorare i rapporti fra fisco e contribuenti anche dopo la pace fiscale. Si ipotizza una semplificazione del ravvedimento operoso, pagando un forfait del 15% sulla parte di imposte non pagate.

Chi invece è in contenzioso con il fisco potrebbe essere in grado di chiuderlo pagando solo una parte del dovuto. Lo sconto sarebbe sostanzioso: fino all’80%.

L’obiettivo sarebbe avere più risorse da utilizzare ogni anno per finanziare la legge di bilancio, invece di tenerle bloccate in lunga attesa di giudizio. Il problema è che, con così tante scappatoie, potrebbe diventare ben poco conveniente pagare le tasse.

Per questo motivo la parte “giustizialista” della maggioranza, quella del Movimento 5 Stelle, potrebbe non vedere di buon occhio una pace fiscale o condono così tombale a buon mercato.

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