Lecce, “No Tav No Tap liberi tutti”: imbrattato il portone della sede di Confindustria

Pubblicato il 13 Agosto 2014 alle 17:55 Autore: Ilaria Porrone
no tap

“No Tav No Tap liberi tutti,” è questa la frase, realizzata con vernice spray di colore nero da ignoti, che ha imbrattato il portone della sede di Confindustria di Lecce. La Digos sta indagando per capire se il gesto sia riconducibile agli attivisti “No Tap” (Trans adriatic pipeline), il gasdotto che dovrebbe collegare le regioni del Mar Caspio con San Foca di Melendugno, sulle coste salentine. Confindustria in passato aveva mostrato apertura nei confronti del progetto.

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Per Confindustria Lecce si tratta di “gesti da condannare con decisione che, comunque, non fermeranno l’azione di Confindustria Lecce a sostegno di una iniziativa lodevole ed importante, che consentirà al sistema economico nazionale e territoriale di allineare i costi energetici a quelli europei e ridimensionare la forte dipendenza del nostro Paese dal petrolio e dal carbone. Il perseguimento di questo obiettivo appare tanto più indispensabile anche alla luce del conflitto russo- ucraino, che mette in evidenza la rischiosità di un approvvigionamento legato in maniera preponderante, se non esclusiva, alla Russia”. Sempre secondo gli industriali salentini “il gasdotto Tap- e’ un’opera strategica e deve essere realizzata. La posizione di Confindustria Lecce in tal senso è chiara. Naturalmente si può e si deve discutere nelle sedi opportune, ma senza manifestazioni violente, delle modalità e dei termini. Il nostro Paese, però, soprattutto in un momento così difficile e delicato, non può lasciarsi sfuggire un’occasione di sviluppo e di crescita, nonché di diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico”. L’obiettivo è quello della fine dei lavori che , una volta realizzati “daranno una boccata di ossigeno anche a tante imprese locali che oggi sono in affanno”. Elogiando il tempestivo intervento delle Forze dell’Ordine, Confindustria auspica che l’attività investigativa “consenta l’individuazione dei responsabili del vile e deprecabile attacco”, nella certezza che venga fatta giustizia.

Duro anche il commento di Piernicola Leone de Castris, presidente dell’organizzazione degli industriali di Lecce: “credo che un modo così violento di manifestare le proprie idee sia, alla fine, controproducente anche per chi lo mette in pratica” – e aggiunge – “su questo tema c’e’ stata una discussione che si pensava fosse diventata più civile negli ultimi tempi. Io trovo del tutto legittimo avere idee diverse, purché si esprimano in modo non violento. Noi abbiamo sempre detto che su questo tema e’ legittimo discutere. Però, come sembra, ci possono essere delle possibilità di sviluppo del territorio e di contenimento dei costi energetici, non si possono prendere delle posizioni contrarie. Bisogna discutere per capire se quest’opera può contribuire allo sviluppo del territorio senza deturparlo, e questo perché, per noi di Confindustria la tutela dell’ambiente e’ un elemento fondamentale. Modi violenti di intimidazione come questo sono negativi anche per chi non crede in quest’opera”.

L'autore: Ilaria Porrone

Classe 1987, vive a Roma. Laureata in Relazioni Internazionali presso l’Università di Roma Tre. Appassionata di storia e comunicazione politica, nel tempo libero è una volontaria della ONG Emergency. Collabora con Termometro Politico dal 2014. Su twitter è @IlariaPorrone
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