Immigrazione, la mappa regionale delle migrazioni in Europa

Pubblicato il 21 Settembre 2018 alle 11:48 Autore: Gianni Balduzzi
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Immigrazione, la mappa regionale delle migrazioni in Europa

L’Europa non è tutta uguale, uniforme, lo sappiamo, non lo è dal punto di vista economico, sociale, ma soprattutto non è omogenea dal punto di vista dell’immigrazione.

Le recenti emergenze relative agli sbarchi o ai flussi attraverso la rotta balcanica lo hanno ben evidenziato.

Ed è ancora più chiaro se questi arrivi vengono confrontati con l’emigrazione, che pure esiste, ed è forte, in molti angoli del continente.

Swissinfo.ch ha creato una mappa che illustra il tasso di migrazione netto. Ovvero misurando la differenza tra quanti su 1000 abitanti entrano e quanti escono da una regione.

L’Europa è di fatto spaccata in due tra aree con un tasso positivo e uno negativo.

I dati sono relativi al 2015, ma perlomeno la direzione dei flussi non è cambiata da allora.

E’ la Germania che emerge come il Paese in cui l’immigrazione netta è maggiore. Si arriva, grazie agli afflussi di rifugiati siriani, a vette di 23,4 per 1000, ovvero in un anno son arrivati ogni 1000 abitanti 23 nuovi in più rispetto a quelli che se ne sono andati. E questo è accaduto sia a Ovest che a Est.

Per fare un confronto la regione con il tasso maggiore in Italia è l’Emilia Romagna con 3 su 1000.

L’Austria e la Svizzera sono sui livelli tedeschi, così come la Danimarca, e il Sud della Svezia.

Si deve sottolineare che qui sono compresi anche gli spostamenti interni, così si spiegano alcuni dati, come gli alti tassi di migrazione netto nel Sud della Francia e nel Sud dell’Inghilterra, che godono di un flusso di trasferimenti da altre zone dei due Paesi, per esempio da Londra e Parigi.

Immigrazione, le aree da cui la popolazione se ne va

E poi ci sono le regioni che subiscono un deflusso, da cui la popolazione emigra. Si parla dell’Ovest dell’Irlanda, della Spagna, di quasi tutto l‘Est Europeo, tranne la Repubblica Ceca e parte dell’Ungheria. E’ la Lituania che ha il tasso più negativo, -7,7 per 1000. 7 volte quello del Sud Italia, per far capire. E poi vi è Castilla la Mancha, il Sud Ovest della Romania, la Slavonia croata, la Lettonia.

La Turchia è un discorso a parte, vi è enorme differenza tra le regioni dell’Est e quelle più ricche sull’Egeo o intorno a Istanbul, dove è in atto una migrazione interna, ora rafforzata dall’arrivo dei siriani, ma che era già presente, e che è paragonabile a quella italiana degli anni ’50 – ’60 dal Sud al Nord.

 

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Immigrazione, i flussi tra i continenti

L’attenzione mediatica è comprensibilmente fissata sui flussi in arrivo in Europa dall’Africa o dall’Asia, sugli spostamenti da un continente all’altro

In realtà come dimostra questa grafica sempre di Swissinfo.ch spesso la gran parte riguarda le migrazioni all’interno dei continenti. E’ così per l’Asia, dove o ci si sposta all’interno della stessa area, per esempio il Sud Asia, o in quelle vicine del continente stesso, per esempio da Sud a Ovest (gli indiani o i bengalesi che vanno nei Paesi del Golfo).

In Africa la metà di chi parte è destinato a rimanere in altri Paesi del continente africano. Come del resto in Europa, dove però arrivano molti immigrati da altri continenti.

Sono i latino americani coloro che più di tutti si rivolgono al di fuori del proprio continente, anche se ora i venezuelani in fuga stanno cercando di raggiungere Perù e Cile.

Gli europei dell’Est invece si muovono all’interno della stessa area più di quanto non facciano altri.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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