Busta paga: somme non dovute e restituzione, come avviene

Pubblicato il 16 Marzo 2019 alle 06:03 Autore: Guglielmo Sano

Busta paga e restituzione somme non dovute: la giurisprudenza ha finora voluto privilegiare i cosiddetti “diritti quesiti” dei lavoratori

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Busta paga: somme non dovute e restituzione, come avviene

Somme in più in busta paga: come restituire


Può capitare che un lavoratore percepisca una maggiorazione dello stipendio temporanea per particolari motivi. Per esempio, un dipendente cambia sede; dunque, l’ azienda gli corrisponde un rimborso per i viaggi da sostenere; lo stesso lavoratore magari poi verrà riassegnato alla sede precedente; tuttavia, per via di un errore contabile qualunque, continua a percepire il rimborso senza avvertire l’ azienda. In questo caso, si può parlare di emolumenti non dovuti da restituire.

Detto ciò, in che misura e in che modo potrebbe avvenire tale restituzione? La Cassazione ha di recente esaminato un caso in merito. Un lavoratore – che non aveva mai avvertito l’ azienda dell’ errore – stava andando in pensione contando anche i rimborsi ottenuti in “malafede“; quindi, con tali benefit a pesare sul Tfr ma anche sullo stesso assegno previdenziale. A quel punto, il datore di lavoro ha richiesto la restituzione di quanto versato senza motivo, per dir così.

Busta paga: somme non dovute e restituzione, come avviene

La giurisprudenza ha finora voluto privilegiare in casi del genere i cosiddetti “diritti quesiti” dei lavoratori; soprattutto, nel settore privato. In pratica, il lavoratore percepisce una maggiorazione per una serie di motivi; col passare del tempo tale maggiorazione permane fino a essere considerata come acquisita; per questo bisogna garantirla. Altra cosa è poi la valutazione del grado di malafede messo in atto da un lavoratore nel preservare il diritto acquisito al di là che gli spetti o meno.

Quindi, semplificando, è possibile dire che al massimo il lavoratore dovrà restituire le somme in più che non sono andare in prescrizione. In sostanza, sarà chiamato a restituire solo le somme non dovute percepite nei 10 anni precedenti alla richiesta di risarcimento. Inoltre, non si è obbligati a restituire tutto in una sola volta; se la restituzione avviene tramite busta paga, il datore di lavoro non potrà trattenere più del 20% dell’ importo mensile. Inoltre, le somme percepite anche se non dovute secondo il datore di lavoro – se sono cadute in prescrizione – valgono ai fini della maturazione del Tfr.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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