Voluntary disclosure 2019: Flat tax e Pace fiscale, chi ci guadagna

Pubblicato il 3 Ottobre 2018 alle 20:13 Autore: Giuseppe Spadaro
Voluntary disclosure 2019 Flat tax e Pace fiscale, chi ci guadagna

Voluntary disclosure 2019: Flat tax e Pace fiscale, chi ci guadagna

La manovra prevederà certamente delle novità in materia fiscale. In base alle indiscrezioni che circolano negli ultimi giorni prende quota l’idea della voluntary disclosure. Il Governo, sembra su spinta della Lega, sta prendendo in considerazione la possibilità di far rientrare in Italia capitali attualmente all’estero. La proposta prevede di vincolare il rientro dei capitali ad investimenti obbligatori in Piani Individuali di Risparmi.

Voluntary disclosure, obiettivo recupero risorse

In cosa consiste la voluntary disclosure? Si tratta di una procedura di emersione spontanea dei capitali detenuti all’estero. L’obiettivo è di recuperare le risorse che serviranno a finanziare flat tax e più in generale tutte le misure previste dalla manovra. Secondo alcune stime l’insieme delle somme detenute all’estero raggiunge cifre intorno ai 200 miliardi di euro.

Per far rientrare i capitali il contribuente dovrà presentare una dichiarazione volontaria. A cui dovrebbe e potrebbe seguire, se tutto fosse confermato, il pagamento di una imposta fissa sulla falsa riga della flat tax. Le voci che circolano parlano di una percentuale che potrebbe variare tra il 15% ed il 20%.

Voluntary disclosure e pace fiscale, tutto pronto per la manovra?

L’altra questione di cui si parla da mesi e che lo stesso Salvini ha più volte confermato è l’introduzione della pace fiscale. Sarebbero coinvolti tutti o almeno una parte dei contribuenti che hanno un contenzioso con lo Stato per dare a quei cittadini la possibilità di azzerare il debito. Stando alle parole del segretario della Lega dovrà trattarsi di una “misura una tantum che chiuda tutte le liti pendenti per le cartelle, il contenzioso tributario e le multe” con un tetto “non superiore al milione di euro”.

Non sono ancora certi i dettagli. Si ipotizza la possibilità di introdurre tre diverse aliquote con percentuali del 6, del 10 e del 15%. Parallelamente, si valuta anche la possibilità di un’unica aliquota tra il 10% ed il 15% limitata alle sanzioni e agli interessi. Infine l’impegno dei tecnici è volto ad evitare una conflittualità tra le misure da adottare e la rottamazione delle cartelle di cui sono previste scadenze di pagamento nei prossimi mesi.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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