Elezioni presidenziali Brasile 2018: il duello tra Haddad e Bolsonaro

Pubblicato il 10 Ottobre 2018 alle 07:55 Autore: Redazione
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Elezioni presidenziali Brasile 2018: il duello tra Haddad e Bolsonaro

Elezioni presidenziali Brasile 2018: i candidati e il punto della situazione


Domenica 7 Ottobre è previsto il primo turno delle elezioni presidenziali in Brasile. La sfida per la vittoria sembra essere ristretta a due candidati, Fernando Haddad del Partito Dos Trabalhadores (PT) e Jair Bolsonaro del Partido Social-Liberal (PSB).

Haddad è l’erede politico dell’ex presidente Lula, presidente dal 2003 al 2011. Quest’ultimo è in questo momento impossibilitato a candidarsi a seguito della controversa sentenza emessa a suo carico nell’ambito dell’inchiesta “Lava Jato”; da molti è stata ribattezzata la “Mani pulite” brasiliana. Bolsonaro è invece un ex militare in pensione; liberale in campo economico e ultraconservatore nell’ambito dei diritti civili; è appoggiato soprattutto dal mondo militare, da quello dell’agrobusiness e da quello evangelico; cioè, da alcuni dei gruppi di pressione più importanti del paese.

Elezioni presidenziali Brasile: gli aspetti decisivi

Al primo turno ad essere favorito per tutti i sondaggi è Bolsonaro; dato in forte crescita negli ultimi giorni. Invece, al ballottaggio gli istituti di rilevazione prevedono un testa a testa. Cosa risulterà decisivo ai fini della contesa? Innanzitutto, se Haddad riuscirà o meno negli ultimi giorni di campagna a portare alle urne tutta la base elettorale di Lula; vale a dire la parte del paese più svantaggiata in termini di distribuzione della ricchezza.

Questa ha beneficiato delle grandi trasformazioni sociali degli ultimi venti anni di storia del paese; tuttavia, l’impeachment dell’ex presidente Dilma Rousseff e la recente crisi economica ( la peggiore della storia del Brasile) hanno alienato al PT parte del suo consenso. Ciò ha portato negli ultimi anni a forti mobilitazioni; sviluppatesi soprattutto in relazione ai grandi eventi sportivi ospitati dal paese come i Mondiali di Calcio 2014 e le Olimpiadi 2016.

Elezioni presidenziali Brasile: l’exploit di Bolsonaro

Sull’altro versante Bolsonaro; vittima il 6 settembre scorso di un accoltellamento durante un comizio. Sebbene appoggiato da gran parte delle lobbies più potenti del paese vede schierato contro di lui gran parte dell’elettorato femminile; preoccupata da alcune posizioni del candidato su temi quali il diritto all’aborto è scesa in piazza nelle scorse settimane al grido di #EleNao! (Lui no!).

Potrebbero risultare decisivi, però, i voti degli evangelici; ormai espressione di un blocco elettorale di 60 milioni di persone trasversale agli stessi partiti tradizionali. Nelle intenzioni di voto è quasi del tutto schierato per Bolsonaro; tanto che da molti è stato definito il “Trump tropicale” per le posizioni simili a quelle del tycoon.

Elezioni presidenziali Brasile: il paese alla vigilia del voto

Il clima nel paese è molto teso. Un sondaggio dell’istituto Datafolha ha di recente evidenziato la disillusione, presente soprattutto nel mondo giovanile, verso un futuro all’insegna del progresso sociale. Il Brasile del resto è ancora uno degli stati più violenti al mondo, come dimostrato dall’omicidio lo scorso 14 marzo in una favela di Rio della consigliera comunale della città Marielle Franco. Inoltre, è anche una delle società più diseguali in termini economici al mondo; tra l’altro, l’informazione è fortemente centralizzata in particolare nelle mani del gruppo Globo, di orientamento fortemente conservatore.

In un contesto in cui l’intera America Latina vede le convulsioni del modello di sviluppo del “Socialismo del XXI Secolo” promosso negli ultimi decenni da leader come Chavez, Morales e lo stesso Lula, il voto brasiliano dirà molto.

Michele Mastandrea 

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