Che cos’è lo Spread e come funziona la quotazione BTP-BUND

Pubblicato il 1 Novembre 2018 alle 06:32 Autore: Giovanni De Mizio
Che cos'è lo Spread e come funziona la quotazione BTP-BUND

Che cos’è lo Spread e come funziona la quotazione BTP-BUND

Guida Spread e che cos’è di preciso


Ci risiamo: in Italia si ritorna a parlare di spread, delle preoccupazioni dell’esecutivo e delle paure che questo termine comporta. In gergo giornalistico lo spread rappresenta una specie di termometro dello stato di salute dell’economia italiana. Più questo spread sale e più l’economia italiana sta male e aumenta il rischio di fallimenti sovrani e tragedie varie.

Ma è davvero così? No, almeno fino a un certo punto.

Un breve ripasso: che cos’è lo spread

Il termine spread indica una differenza, e in ambito finanziario si intende la differenza fra i rendimenti di due titoli obbligazionari. Uno dei due viene definito benchmark, ovvero il parametro di riferimento. Per i titoli di Stato europei il benchmark è il Bund. Si tratta del titolo di Stato tedesco con scadenza a 10 anni.

Il titolo con cui viene confrontato il Bund in Italia è il Buono del Tesoro Poliennale (BTP) con scadenza a 10 anni. Lo spread è la differenza di rendimento fra i due titoli secondo il mercato secondario (ovvero banche, fondi pensione, singoli individui e molti altri soggetti).

Esempio: se il mercato ritiene che il “giusto” rendimento del titolo di Stato tedesco sia dello 0,5%, mentre quello del titolo italiano sia del 3,5%, lo spread, ovvero il differenziale di rendimento, è del 3%, ovvero 300 punti base.

Come cambia lo spread

Lo spread può aumentare, diminuire o restare fermo, ma questo numero racconta solo una parte della storia. I casi sono sostanzialmente due:

  1. i due titoli si muovono nella stessa direzione alla stessa velocità;
  2. i due titoli si muovono in direzioni diverse o a velocità diverse.

Nel primo caso lo spread resterà più o meno sugli stessi livelli. È quello che è accaduto prima della crisi del 2008: i rendimenti fra BTP (linea più chiara) e Bund (linea più scura nell’immagine in basso) si muovevano insieme e la differenza tra di loro (l’area colorata nella parte inferiore dell’immagine) era bassa.

spread 1999-2007

Nel secondo caso uno dei due rendimenti si muove in una direzione diversa dall’altro (che potrebbe anche rimanere fermo). Il grafico seguente mostra quello che è successo negli anni successivi.

spread 1999 2014

Qualche mese dopo lo scoppio della crisi dei mutui subprime, all’inizio del 2008, sia il BTP che il Bund hanno cominciato a calare in termini di rendimento, ma il Bund è sceso più velocemente. Questo ha provocato un allargamento dello spread, anche se i tassi di interesse scendevano. In questo caso lo spread non era un grosso problema, ma segnalava comunque che qualcosa non andava.

Cosa è successo tra il 2010 ed il 2011

Ben diversa, invece, la situazione fra il 2010 e il 2011. A seguito della crisi di fiducia nei confronti dell’Italia i rendimenti fra BTP e Bund hanno preso strade completamente diverse, e la differenza fra i due è esplosa. La cosa da sottolineare, però, è che lo spread è esploso per i motivi sbagliati. I rendimenti del BTP italiano sono andati alle stelle e gli investitori fuggivano verso titoli di qualità giudicata più alta (quelli tedeschi, i cui rendimenti, di conseguenza, sono scesi).

In sintesi, non basta vedere quanto vale lo spread, bisogna anche tenere d’occhio i rendimenti del BTP. Con un debito pubblico alto come il nostro, anche se il differenziale con la Germania fosse a zero, dei rendimenti al 4% potrebbero essere fatali.

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Lo spread oggi

Oggi il differenziale sta salendo, e purtroppo sta salendo per i motivi sbagliati. Come si vede molto chiaramente nella figura, mentre il Bund rimaneva sostanzialmente fermo, il rendimento del BTP è cresciuto, entrando in area di guardia.

spread 2018

In particolare, dall’inizio del 2018 lo spread è passato da 160 punti a 300 perché sono aumentati i rendimenti sui BTP. Dal 2% al 3,5%, mentre i rendimenti sul Bund sono saliti molto meno, da 0,45 a 0,55%.

Se i rendimenti dei BTP resteranno su questi livelli, o addirittura saliranno, ci saranno gravi conseguenze negative, sia per lo Stato italiano, sia per le singole persone (fisiche e giuridiche), come vedremo nei prossimi articoli.

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