Ricerca e sviluppo, Europa in testa al mondo, ma non l’Italia

Pubblicato il 24 Ottobre 2018 alle 18:16 Autore: Gianni Balduzzi
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Ricerca e sviluppo, Europa in testa al mondo, ma non l’Italia

Le cause del nostro relativo declino economico sono molte. C’è l’inefficienza della Pubblica Amministrazione, la corruzione, l’alto debito, la tassazione, tutti elementi del resto tra loro interrelati e spesso uno causa dell’altro.

Tra questi chiaramente non può mancare il nostro ritardo tecnologico.

È quanto emerge dal report dell’EPO, European Patent Office, che certifica quali sono i campioni mondiali nella creazione di brevetti.

E l’Europa è in testa. I Paesi aderenti all’EPO (i 28 della UE più altri 10) costituiscono il 47% delle 165.590 richieste di brevetto globali, davanti agli Stati Uniti, al 26%, e al Giappone, con il 13%.

Seguono la Cina, con il 5% e la Corea del Sud, con il 4%.

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Nello specifico è la Germania a farla da padrone in Europa, con il 15% dei brevetti, vi è poi la Francia, con il 6%, la Svizzera, i Paesi Bassi e il Regno Unito con il 4%, e solo dopo viene l’Italia con il 3%.

Vi è certamente la difficoltà per le tipiche piccole aziende italiane e le startup nel fare ricerca ed essere produttive come le grandi, e una volta fatta vi possono essere ostacoli economici alla richiesta del brevetto. O a volte può capitare che un marchio non possa essere registrabile, per varie ragioni.

Ricerca e sviluppo, la classifica di chi presenta più brevetti in proporzione agli abitanti

In Europa siamo quindi quinti, con 4352 brevetti presentati, contro i 25.490 della Germania, e vi è perlomeno una crescita del 4,3%, una della maggiori, ma certo siamo indietro rispetto a un Paese con molti meno abitanti di noi, i Paesi Bassi.

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E la situazione appare peggiore se guardiamo alla densità di brevetti, ovvero quanti vengono presentati per milione di abitante. E’ la misura che ci dice in effetti quali siano i Paesi che a dispetto delle proprie dimensioni fanno più ricerca o sviluppo.

Al primo posto vi è la Svizzera, con 884,3 richieste per milione di abitanti. E non ci si deve stupire pensando alla leadership in campo farmaceutico.

Seguono i Paesi Bassi, con 412,2, e la Danimarca, con 377,1, poi Svezia, Finlandia e Germania.

La classifica è mondiale, ma l’Europa occupa i primi 8 posti, e si deve attendere fino al nono e decimo posto di Giappone e Israele per vedere Paesi Extra-europei.

Gli USA sono dodicesimi, dietro la Francia, con 129,5 brevetti per milione di abitanti.

E l’Italia? Siamo solo 19esimi con 70, superati da Singapore, Regno Unito, Irlanda, e anche da Porto Rico, qui considerata come separata dagli USA, nonostante ne sia un territorio non incorporato.

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La ricerca è un altro indizio della persistenza di un problema strutturale che fa da freno alla produttività dell’Italia, e di conseguenza a salari maggiori e una crescita dei redditi maggiore di quella un po’ asfittica cui abbiamo assistito finora.

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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