Milan, non tutto è perduto. Gattuso non è l’unico responsabile – L’analisi

Pubblicato il 24 Ottobre 2018 alle 14:50 Autore: Lorenzo Annis
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Milan, non tutto è perduto. Gattuso non è l’unico responsabile – L’analisi

Sono ore di rimpianti e riflessioni in casa Milan. Perdere un derby all’ultimo minuto non è consigliabile per nessuno, se accade in quel modo ancora meno.

Sono ore in cui i social esplodono contro l’accoppiata Gattuso-Donnarumma, additati come i principali responsabili (non ingiustamente) della debacle di domenica notte.

La gestione Gattuso non piace a tanti tifosi rossoneri, che chiedono alla nuova società un allenatore più pronto ed esperto che porti il Milan di nuovo tra le grandi, dopo troppi anni di assenza.

Ha dato fastidio soprattutto l’atteggiamento tattico visto al derby. Una squadra che per novanta minuti non ha saputo rispondere alle avanzate interiste abbassando sempre di più il baricentro fino a condurre una partita pressoché totalmente difensiva.

Atteggiamento inaccettabile in una partita del genere, vista anche la poca differenza di valori tra le due squadre. In avanti il Milan lo si è visto raramente e questo fa riflettere.

Lasciare solo al proprio destino un attaccante come Higuain la dice lunga: l’argentino ha passato la serata sbattendo addosso alla coppia Skriniar-De Vrij, non venendo mai aiutato dai compagni.

L’entrata di Cutrone è stata tardiva e inutile dal punto di vista tattico, considerando che il giovane attaccante è stato schierato in fascia al posto di un impalpabile Calhanoglu.

In tutto questo, l’ideale sarebbe stato uno schieramento più pragmatico fin dal primo minuto, con Cutrone ad accompagnare Higuain, magari abbassando Suso sulla linea dei centrocampisti allargando sulla fascia opposta Bonaventura.

Ma parlare è facile.

Preoccupa soprattutto che la maggior parte dei nuovi acquisti non si veda mai e che faccia una fatica enorme ad entrare nei tatticismi rossoneri.

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Milan, i volti nuovi arrancano. Gattuso punta sulla vecchia guardia

Il mercato estivo del Milan è stato tardivo e soprattutto effettuato senza un piano ben preciso.

Il cambio di società avvenuto a luglio inoltrato ha permesso ai rossoneri di muoversi più liberamente (ma con poco tempo a disposizione), dopo che fino a quel momento erano arrivati i soli Reina, Strinic e Halilovic.

Quello di Higuain è stato un colpo ad effetto, l’attaccante che da quelle parti serviva come il pane da anni e che una grossa mano sta già dando alla causa.

Tutti gli altri invece, non hanno ancora lasciato il segno o non si sono mai visti.

In primis parliamo di Mattia Caldara, arrivato nello scambio alla pari con la Juventus che ha riportato in bianconero Bonucci. L’ex atalantino è stato alle prese con problemi di pubalgia e ad oggi è stato schierato solo una volta, in Lussemburgo contro il Dudelange. Le prestazioni di Musacchio non lasciano tranquilli e il recupero di Caldara è necessario al più presto.

Samu Castillejo non esalta. L’ala spagnola prelevata dal Villarreal non convince appieno tifoseria e Gattuso, che spesso lo ha schierato in una posizione non sua. Solo tre le titolarità, condite però da un gol contro il Sassuolo.

Non pervenuti ancora nemmeno Diego Laxalt, Tiemouè Bakayoko e Alen Halilovic, mentre Pepe Reina rischia di superare Donnarumma nelle gerarchie e Ivan Strinic è alle prese con un problema al cuore.

Tutto questo fa riflettere. Cosa manca ai nuovi acquisti per scalare posizioni nelle gerarchie? Viene da dire che è paradossale trovare una squadra che tiene il 90% dei nuovi acquisti al caldo in panchina, ma di questo effettivamente si tratta.

Fa ancora più strano che non riescano a ribaltare la situazione quando in campo continuano a scendere dall’inizio giocatori che non convincevano nemmeno lo scorso anno.

Milan, trovare la continuità adatta. Ma Gattuso rischia

Come detto, perdere un derby in quella maniera non è piacevole. Lo sa bene Gattuso che ne sta pagando lo scotto. L’allenatore calabrese è finito nuovamente nel mirino della critica feroce, che gli da poco tempo per risollevare le sorti del Diavolo. Da tener conto anche delle voci secondo cui Gattuso non goda della fiducia della nuova proprietà fin dall’inizio: un déjà-vu da queste parti.

Infatti si parla già dei possibili successori, dal solito Conte al cavallo di ritorno Donadoni, rimasto senza panchina dopo l’esperienza di Bologna e che avrebbe già avuto dei contatti con Leonardo, voce prontamente smentita dall’agente dell’ex ct dell’Italia.

Le prossime partite dunque saranno fondamentali per salvare la panchina, ritrovare la forma e far crescere a dovere una squadra che nel suo serbatoio di potenziale ne ha da parecchio.

A questo punto della stagione, lo scorso anno il Milan aveva conquistato 13 punti in campionato, a fronte dei 12 di quest’anno ma con una partita ancora da recuperare, quella casalinga contro il Genoa di mercoledì 31 ottobre.

Di miglioramenti in termini di risultati non ce ne sono dunque stati in un anno nel quale, tra marette societarie e legali e tanto altro, c’è stata poca pace per i colori rossoneri di Milano.

Quel che ne sarà del Milan di fine stagione non ci è dato ancora saperlo, ma certo è che i rossoneri siano ancora all’interno di un vortice di insicurezza generale e difficoltà oggettive assolutamente da ribaltare, stavolta definitivamente.

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L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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