Comunione dei beni in caso di morte: coniuge e patrimonio, come funziona

Pubblicato il 25 Ottobre 2018 alle 12:21 Autore: Claudio Garau
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Comunione dei beni in caso di morte: coniuge e patrimonio, come funziona

Un’eventualità sicuramente rilevante, nella dinamica coniugale, e che quindi merita di essere presa in considerazione, è quella delle conseguenze in caso di morte del coniuge durante il regime di comunione dei beni. Vediamo di che cosa si tratta e come comportarsi.

Cos’è la comunione dei beni tra coniugi

Un istituto giuridico tipico di coloro che costruiscono legami di tipo matrimoniale è la cosiddetta comunione dei beni. Essa è il regime patrimoniale dei coniugi in mancanza di diversa convenzione. La sua finalità è quella di determinare la condivisione degli aumenti di ricchezza patrimoniale, ottenuti da ambo i coniugi, anche a causa delle attività di ciascuno di essi. Ciò non impedisce l’eventualità di adottare in seguito il regime di separazione dei beni. Entrambi i coniugi in modo disgiunto – e cioè autonomamente – amministrano i beni in comunione. Nel caso però, siano da compiere atti eccedenti l’ordinaria amministrazione o stipulati contratti attraverso cui sono concessi o acquistati diritti personali di godimento, ambo i coniugi sono tenuti a compierli congiuntamente.

Conseguenze in caso di morte del coniuge in regime di comunione dei beni

Se guardiamo la normativa italiana in merito, ci rendiamo conto che c’è chiarezza sul punto. Quindi il coniuge superstite è ben tutelato in caso di morte dell’altro coniuge. In particolare, qualora sia stata stipulata comunione dei beni, la regola fondamentale – secondo il diritto civile –  è che il patrimonio del defunto è, per metà, di proprietà del coniuge superstite. L’altra metà è assegnata sulla base del fatto che ci siano o meno figli. In caso di presenza di figli, essi sono considerati eredi diretti del defunto e pertanto hanno diritto ad una quota dell’eredità, e cioè metà. Nel caso invece di mancanza di figli, il superstite riceverà l’intero patrimonio del defunto, che sarà di sua esclusiva proprietà.

Ulteriori agevolazioni a favore del coniuge superstite in caso di comunione dei beni

Oltre a queste specifiche disposizioni di legge, il coniuge superstite ha diritto anche a benefici ulteriori, che dovrebbero assicurare la sua solidità finanziaria. Infatti in ogni caso gli spetterà  il 60% del trattamento pensionistico del defunto, che aumenta del 10% per ogni figlio in vita della coppia.  Inoltre, nell’eventualità in cui il defunto abbia predisposto un testamento, questo atto giuridico può disporre esclusivamente di una quota dei beni del defunto.

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Conseguenze sul piano fiscale in caso di morte in regime di comunione dei beni

Occorre specificare che la cosiddetta tassa di successione è stata resa più alta da qualche anno, oggi è pari al 7% del valore dei beni ereditati; è però da pagare esclusivamente sulla quota che dovesse eccedere i 400.000 euro. Altrimenti il coniuge superstite non dovrà versare alcunché allo Stato.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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