Bruno Vespa contro Davigo “dorme con le manette sul comodino”

Pubblicato il 23 Novembre 2018 alle 11:59 Autore: Gloria Frugoni
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Bruno Vespa contro Davigo “dorme con le manette sul comodino”

Bruno Vespa contro Piercamillo Davigo “dorme con le manette sul comodino”

Durante il programma Dimartedì, in onda su La7, un dibattito tra Bruno Vespa e Piercamillo Davigo, numerosi i temi trattati dall’onesta alla devianza della classe dirigente.

“La classe dirigente deve essere onesta”

Si parte dall’argomento dell’onesta che secondo Piercamillo Davigo è un prerequisito per chi copre cariche pubbliche. Poi si passa al paragone con gli altri Paese in cui non è pensabile che un funzionario pubblico non sia onesto. In Italia secondo Davigo c’è un’etica non condivisa.

Alle affermazioni di Piercamillo Davigo risponde Bruno Vespa, ricordando che il magistrato è celebre per aver detto che: “Gli innocenti sono soltanto colpevoli che non sono stati presi”. A quest’attacco Davigo risponde che il contesto in cui quella frase è stata pronunciata era un contesto in cui tutti sono stati condannati, chi entrava in quel sistema doveva essere un ladro.

Bruno Vespa risponde alle affermazioni di Piercamillo Davigo

Bruno Vespa d’accordo con Davigo ribadisce il fatto che una persona, pubblica o meno, debba essere onesta.

Inoltre Vespa aggiunge che: “In Italia c’è un tasso di corruzione abbastanza elevato, questo è un problema trasversale più grave nel pubblico non meno grave nella corruzione privata che è stata introdotta abbastanza recentemente. Questo è un male nazionale, è uno dei grandi problemi italiani insieme all’evasione fiscale e alla giustizia che non funziona”.

I politici sono diversi dagli italiani?

Alla domanda del giornalista se i politici sono diversi dagli Italiani Davigo risponde: “Visto che sono eletti dovrebbero essere meglio”, ribadendo il fatto che ogni tanto qualcuno dice che la classe politica è uguale al paese. Questa cosa non convince molto il magistrato che citando un dato economico aggiunge: “I ladri non possano essere più numerosi dei derubati se no muoiono di fame. I ladri distribuiscono il reddito non lo producono. Siccome siamo sopravvissuti in tutti questi anni c’è anche chi lavora oltre a chi ruba. E secondo me quelli che lavorano sono più numerosi di quelli che rubano, non è ver che rubano tutti”.

Secondo Davigo non è presente nel nostro paese una reazione a comportamenti devianti. Aggiunge il magistrato: “Se si guarda all’insieme dei cittadini l’osservanza alle regole non è granché ma comunque è meno deviante di quanto non sia quella delle classi dirigenti.”

Le cause di questi fenomeni

Bruno Vespa fa rifermento alle cause di questi fenomeni, parlando della Brexit, a causa della quale molti degli istituti finanziari si sono trasferiti nell’Europa continentale. Secondo Vespa: “Avrebbero preferito certamente Milano ad altre città, perché Milano è più piacevole”.

Bruno Vespa prova inoltre a rispondere alla domanda che in molti si pongono sul perché questi istituti non siano venuti in Italia. Cita una delle ragioni per lui fondamentali ovvero, quella secondo la quale qualsiasi procuratore della Repubblica si alza al mattino e ti può incriminare. Negli altri Paesi non c’è l’indipendenza del pubblico ministero, nel nostro Paese si.

Davigo prova a fornire un’ulteriore causa che se riferisce al fatto che gli istituti finanziari non scelgono l’Italia tra le loro mete perché ci sono troppi ladri e troppa corruzione questa è la risposta fornita dagli imprenditori stranieri.

Bruno vespa: “Piercamillo Davigo dorme con le manette sul comodino”

Bruno Vespa da ragione alle parole pronunciato da Davigo e aggiunge: “Mentre mia nonna aveva la foto del Papa sul comodino, il dottor Davigo ha le manette sul comodino. Si veglia dicendo ma oggi a chi tocca? È una diversa concezione della giustizia.

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La conclusione di Piercamillo Davigo

Davigo in conclusione afferma che: “I problemi dell’Italia sono il crimine organizzato e la devianza delle classi dirigenti. La criminalità dei colletti bianchi fa danni incomparabilmente più gravi di quelli che fa un piccolo borseggiatore. Questi restano al loro posto finché non arrivano i magistrati a prenderli nessuno li manda via prima”.

Conclusione non molto apprezzata e condivisa da Bruno Vespa. Vespa corregge Davigo dicendo che questa è una patologia di una parte della classe dirigente e che non sempre bisogna aspettare l’arrivo dei magistrati.

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