Busta paga e trattenuta TFR: diffida Anief contro la Consulta

Pubblicato il 29 Novembre 2018 alle 16:10 Autore: Daniele Sforza
Busta paga e trattenuta Tfr
Busta paga e trattenuta TFR: diffida Anief contro la Consulta

Per la Consulta la trattenuta Tfr del 2,5% in busta paga per i lavoratori dipendenti pubblici è legittima. Con la sentenza n. 213/18, la Corte Costituzionale ha infatti ricordato come la parte negoziale abbia avuto un ruolo molto importante sul mantenimento del contributo, finalizzato a evitare una disparità di trattamento tra i dipendenti pubblici in regime di Tfs (assunti fino al 31 dicembre 2000) e quelli in regime di Tfr (assunti dal 1° gennaio 2001). Alla trattenuta, inoltre, corrisponde un incremento figurativo ai fini previdenziali nel Tfr. Anief ha quindi diffuso un comunicato stampa sulla questione.

Busta paga e trattenuta Tfr: il comunicato Anief

Anief inizia il proprio comunicato affermando che lo Stato è salvo. Perché? Semplicemente perché non dovrà sborsare i 5 miliardi di arretrati in seguito alla decisione della Consulta. Sul “corrispondente incremento figurativo” spettante ai dipendenti in regime di Tfr, il sindacato ha dichiarato che effettuerà delle verifiche nei ricorsi pendenti del personale andato in quiescenza. “Per volontà dei sindacati firmatari dell’accordo del 1999, chi è stato assunto dopo il 2001 merita di essere trattato diversamente dai suoi colleghi e dai lavoratori del privato”. Inoltre “Anief vigilerà sul recupero ai fini della liquidazione”.

È infatti vicenda nota che molti dipendenti della Pubblica Amministrazione abbiano dovuto far fronte a un “prelievo forzoso” in busta paga per la copertura del proprio Tfr. Prelievo quantificato su un importo pari al 2,5% calcolato sull’80% dello stipendio mensile.

Tfr e Tfs: tempi liquidazione incostituzionali, decisione a breve

Busta paga e trattenuta Tfr: parla Marcello Pacifico

Il presidente Anief e segretario confederale Cisal Marcello Pacifico ha puntato l’attenzione sul ruolo centrale che le confederazioni sindacali anno avuto nel passaggio dal primo al secondo regime, come confermato dalla Consulta lo scorso 22 novembre. “Inoltre”, ha proseguito, “rimane fondamentale che tutti i lavoratori in servizio e in regime di Tfs presentino la diffida da noi predisposta entro la fine del 2018”. Altrimenti, a partire dal 1° gennaio 2019, scatterà la prescrizione. “Solo in questo modo avranno la possibilità di richiedere il trattamento di fine rapporto per il biennio 2011/2012. I lavoratori pubblici nel frattempo andati in pensione possono invece procedere direttamente alla richiesta del 2,69% per le due annualità dopo aver ricevuto la liquidazione”.

In conclusione, Anief ricorda a tutti i dipendenti in regime di Tfs che è possibile recuperare il differenziale del 2,69% mensile per il biennio 2011/2012 non versato dallo Stato inviando formale diffida entro il 31 dicembre 2018, “per la prescrizione intervenuta a seguito del quinquennio trascorso da quando il Governo avrebbe dovuto disciplinare e finanziare l’ex Tfs tieffirizzato”. In caso il pensionamento sia già avvenuto, i lavoratori subito dovrebbero immediatamente ricorrere in tribunale. Questo al fine di “recuperare il credito indebitamente sottratto”, anche tramite la modalità del decreto ingiuntivo.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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