Rottamazione cartelle e pace fiscale: giorni di ritardo, quanti al massimo?

Pubblicato il 30 Novembre 2018 alle 15:53 Autore: Daniele Sforza
Rottamazione cartelle e pace fiscale giorni di ritardo, quanti al massimo
Rottamazione cartelle e pace fiscale: giorni di ritardo, quanti al massimo?

Novità importanti sulla rottamazione cartelle esattoriali ter (qui un promemoria sulle prossime scadenze), dopo le modifiche alla misura apportate dalla Commissione Finanze del Senato. Tra i cambiamenti più importanti l’aumento del numero delle rate e il margine di tolleranza sulle scadenze. Va infatti ricordato che fino a poco tempo fa la rottamazione ter si basava sui seguenti presupposti. Pagamento della definizione entro un massimo di 10 rate con scadenza 2 volte l’anno (31 luglio e 30 novembre). E di conseguenza tempo di pagamento spalmato su 5 anni. Cosa cambia dopo le modifiche in Senato? Andiamo a scoprirlo nel dettaglio.

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Si ritornerà a 4 rate all’anno, ma solo a partire dal 2020. In questo modo si manterrà il tempo di dilazione fissato in 5 anni. Solo nel 2019, quindi, le rate saranno 2, con il rispetto delle scadenze del 31 luglio e del 30 novembre. A partire dal 2020 le rate saranno invece 4 e oltre ai mesi succitati bisognerà ricordarsi anche delle scadenze previste a fine febbraio e a fine maggio. Spalmate su 5 anni, si arriverà così a un totale di 18 rate, anziché 10.

Ma c’è un’altra novità molto importante, che riguarda il margine di tolleranza sulle scadenze. Quest’ultimo ammonterà a 5 giorni. Cosa significa, in breve? Semplicemente si tratta di un’altra mano tesa verso i contribuenti, visto che nelle precedenti sanatorie sarebbe stato sufficiente un solo giorno di ritardo per decadere dal beneficio. Anche nella versione originale della rottamazione ter c’era questa regola, ma la recente modifica ha cambiato le carte in tavola, stabilendo che i ritardi non superiori a 5 giorni non produrranno alcun effetto di sorta, né si perderà “l’effetto di efficacia della definizione”, né saranno dovuti interessi.

L’ultimo elemento da sottolineare relativamente alla rottamazione riguarda il rilascio del DURC al momento dell’inclusione dei carichi previdenziali nella domanda di rottamazione. Documento che sarà revocato nel caso in cui il soggetto beneficiario della sanatoria vada incontro alla decadenza di tale diritto (ad esempio per il mancato rispetto delle scadenze).

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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