Detrazioni fiscali spese mediche 2019: familiari non a carico, come averle

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:33 Autore: Daniele Sforza

Parlando di detrazioni fiscali spese mediche ci sono anche quelle per i familiari non a carico. Ecco come averle, a chi spettano e come funziona.

Detrazioni fiscali spese mediche familiari non a carico
Detrazioni fiscali spese mediche 2019: familiari non a carico, come averle

Detrazioni 2019 per familiari non a carico


Come funzionano le detrazioni fiscali per le spese mediche per i familiari non a carico? Sono possibili? Sì, stando al TUIR (art. 15, comma 2) che tratta proprio il tema delle detrazioni per oneri. Ma la questione è stata chiaramente spiegata anche dalla circolare n. 15/E/2005 dell’Agenzia delle Entrate. Ed è proprio questa che andremo ad analizzare per spiegare meglio a chi spettano le detrazioni fiscali relative alle spese mediche per i familiari non a carico, come funzionano e quindi come richiederle.

Detrazioni fiscali spese mediche familiari non a carico: cosa dice il TUIR

Prima di tutto prendiamo in considerazione il TUIR e l’articolo 15 comma 2 che abbiamo citato in precedenza. Qui si stabilisce che gli oneri detraibili spettano anche alle persone che non si trovano nelle condizioni dei primi beneficiari (i familiari a carico) affette da patologie “che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria”. In tal caso “la detrazione spetta per la parte che non trova capienza nell’imposta da esse dovuta, relativamente alle sole spese sanitarie riguardanti tali patologie”, ed entro una determinata soglia reddituale annua. Sono detraibili anche le spese sostenute per gli addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana, sempre previo rispetto di determinati requisiti reddituali.

Detrazioni fiscali spese mediche familiari non a carico: cosa dice l’Agenzia delle Entrate

Passiamo adesso alla circolare 15/E/2015 dell’Agenzia delle Entrate. Al capitolo 5, dedicato alle spese sanitarie, l’Agenzia delle Entrate risponde in merito alla questione, precisando quanto già scritto all’articolo 15 (comma 2) del TUIR. Si ribadisce quindi che “le spese sanitarie sostenute nell’interesse di familiari, anche non a carico, affetti da patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria pubblica, possono essere portate in detrazione per la parte che non trova capienza nell’imposta dovuta dai familiari stessi”. L’Agenzia riprende una domanda legata al beneficio, e più precisamente se esso debba essere limitato solamente alle spese sanitarie affrontate in una struttura privata e collegate con la patologia esente. In tal caso, quale documentazione va presentata?

“La detrazione al familiare (per la parte che non trova capienza nell’imposta dovuta dalla persona affetta dalla patologia in questione) è quindi concessa in relazione alle sole spese connesse con la patologia che dà diritto all’esenzione dal pagamento del ticket. La riferibilità della spesa alla patologia esente deve risultare o da documentazione medica o da autocertificazione sottoscritta dal familiare affetto dalla patologia”.

Detrazioni fiscali spese sanitarie familiari non a carico: come funziona

Alla luce di quanto sopra riportato, i contribuenti avranno la possibilità di scaricare il 19% delle spese sanitarie sostenute per il familiare non a carico. Tale detrazione è concessa per le spese connesse solo ed esclusivamente alle seguenti patologie:

  • Malattie rare;
  • Patologie croniche e invalidanti.

Come ribadito sopra la parte da portare in detrazione è quella che non trova capienza nell’imposta dovuta dai familiari stessi.

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Detrazioni fiscali spese sanitarie familiari non a carico: come richiederle

Come avere le detrazioni fiscali per le spese sanitarie per i familiari non a carico? La risposta si trova in un’altra circolare dell’Agenzia delle Entrate, e più precisamente nella n. 7/E/2018. Innanzitutto va precisato che per poter usufruire della detrazione è necessario che il contribuente documenti che la patologia da cui è affetto il familiare rientri tra quelle che danno diritto all’esenzione, tramite presentazione della certificazione rilasciata dalla Asl.

Si ricorda che la detrazione è ammessa soltanto per la parte di spesa che non ha trovato capienza nell’Irpef dovuta dal familiare affetto dalla patologia nel limite massimo di 6.197,48 euro annui. In merito strettamente alle istruzioni operative, è poi spiegato quanto segue. “Se il familiare affetto dalla patologia ha presentato o è tenuto a presentare una propria dichiarazione dei redditi, l’ammontare delle spese che non ha trovato capienza nell’imposta deve essere desunto nelle annotazioni del Modello 730-3 o nel Quadro RN del Modello Redditi”. L’intero importo delle spese può essere detratto nel caso in cui il contribuente affetto dalla patologia esente non possieda redditi. Oppure li possieda sotto una certa soglia che ne consenta la totale detraibilità.

La documentazione che prova la spesa sanitaria deve essere intestato al contribuente che ha pagato la prestazione e deve indicare il nome del familiare per il quale è sostenuta la spesa stessa. Nella circolare si specifica però che, in questo caso, la detrazione è ammessa solamente se il familiare non a carico affetto da patologia esente redige sul documento stesso una sorta di autocertificazione, in cui si esplichi che la spesa è stata sostenuta dal familiare.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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