Trump annuncia ritiro truppe da Siria e Afghanistan: Mattis si dimette

Pubblicato il 21 Dicembre 2018 alle 16:22 Autore: Michele Mastandrea
Trump annuncia ritiro truppe da Siria e Afghanistan Mattis si dimette

Trump annuncia ritiro truppe da Siria e Afghanistan: Mattis si dimette

Gli Stati Uniti completeranno a breve il ritiro delle loro truppe in Siria. A comunicarlo è stato il presidente americano Trump. La decisione, presa mercoledì scorso e comunicata ufficialmente giovedì, è in evidente disaccordo con le opinioni del Ministro della Difesa Mattis, dimessosi poco dopo. Trump ha annunciato anche il ritiro di un’importante quota di militari statunitensi dall’Afghanistan.

Trump: le motivazioni del ritiro

Motivazione del ritiro USA dalla Siria, la sconfitta definitiva dello Stato Islamico. Queste le parole di Trump, per il quale gli USA non saranno più “il gendarme del Medio Oriente” e “tocca ad altri combattere”. La decisione di ritirare i 2000 effettivi americani nel paese mette in forte difficoltà le Forze Democratiche Siriane. Ovvero, le milizie curdo-arabe attive nella Siria del Nord che comprendono anche le Unità di Protezione del Popolo (YPG-YPJ).

Queste sono impegnate da anni all’interno di una Coalizione Internazionale proprio nella guerra contro l’Isis. La difesa della città di Kobane e la riconquista della capitale provvisoria del Califfato Raqqa sono stati tra i momenti più rilevanti. Le milizie curdo-arabe sono ora minacciate dal possibile intervento della Turchia nell’area siriana che queste controllano. Infatti, la Turchia definisce le forze dell’YPG-YPJ come propaggini in Siria del PKK, considerato organizzazione terroristica da Istanbul ma non tale dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Trump: perché Mattis si è dimesso

In aperto dissenso con la linea presidenziale, Mattis ha espresso le motivazioni alla base della sua decisione in una lettera aperta. In questa, ha affermato che le sue dimissioni derivano dalla presa d’atto che Trump abbia bisogno di un Ministro della Difesa allineato alle sue posizioni. Cosa che evidentemente Mattis non era più. Per Mattis “trattare gli alleati con rispetto“, come scritto nella sua lettera di dimissioni, è un fondamentale delle relazioni internazionali. Che evidentemente, a sua detta, Trump non sta rispettando.

La decisione americana è gravida di conseguenze anche per quanto riguarda l’Afghanistan. Il presidente del paese centro asiatico Ashraf Ghani ha affermato che il ritiro delle truppe di Washington non influirà sulla sicurezza del paese. Nella scorsa settimana alcuni colloqui tra americani e rappresentanti dei Taliban si sono svolti ad Abu Dhabi. Voci di un possibile accordo di pace con la forza islamista si rincorrono da diverse settimane.

Eppure, la decisione americana potrebbe essere manna dal cielo per i Taliban, quantomeno a livello tattico. Lo stesso Mattis aveva l’anno scorso invitato Trump ad inviare truppe supplementari nel paese, poi ottenute. Obiettivo, evitare che i Taliban potessero guadagnare forza contrattuale rispetto al governo afghano nelle trattative di pace.

Trump: le reazioni internazionali

Con la doppia decisione gli USA sembrano voler dare corpo alle dichiarazioni di stampo isolazionista di Trump in politica estera, che avevano contraddistinto la sua campagna elettorale. Per Mattis però l’approccio di Trump rischia di favorire nel breve periodo la posizione geopolitica di nemici strategici americani come Russia, Iran e Cina.

Probabilmente, la ratio della decisione del tycoon è accelerare l’ulteriore spostamento delle forze Usa verso teatri geopolitici ritenuti più decisivi. In particolare quello del Pacifico Occidentale, dove è crescente la rivalità con la Cina. Senza dubbio l’idea è anche quella di riguadagnarsi il favore della Turchia, membro della Nato con cui i rapporti si erano negli ultimi tempi fortemente deteriorati.

Per Francia e Germania la decisione americana rischia invece di avere conseguenze su una possibile ripresa in forze dell’Isis. La cui minaccia, anche per lo stesso Pentagono, non sarebbe affatto estinta. Ad apprezzare la decisione americana è stato invece il presidente russo Putin. Questi ha definito la decisione “giusta”, ricordando anche il ruolo decisivo avuto dalla Russia nella lotta contro l’Isis. Un ruolo che in assenza di truppe americane in Siria, Putin potrà vantare con ancora più forza in futuro. Ad iniziare dalle trattative per mettere fine al conflitto siriano.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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