Governo ultime notizie: decreti Lega-M5S, il resoconto di 6 mesi

Pubblicato il 27 Dicembre 2018 alle 15:27 Autore: Alessandro Faggiano
Governo ultime notizie, decreti Lega-M5S, il resoconto di 6 mesi
Governo ultime notizie: decreti Lega-M5S, il resoconto di 6 mesi

Il 2018 volge al termine ed è il momento di tirare le somme. Il Governo del cambiamento – così rinominato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini in seguito alla firma del contratto – arriva in ottimo stato di salute, godendo dell’approvazione e fiducia del 60% dell’elettorato secondo l’ultimo sondaggio Ipsos. Vediamo, dunque, i numeri e le azioni concrete portate avanti da questo esecutivo. Non si considera la manovra 2019, da approvare il 28 dicembre alla Camera. La sistematizzazione dei dati è stata portata avanti da Openpolis e AGI.

Un esecutivo con pochi provvedimenti, per lo più di natura governativa

Il numero di provvedimenti – tra disegni di legge (ddl) e decreti legge (dl) – presentati alle Camere arriva a ventuno. Una cifra decisamente più bassa rispetto a quella dei precedenti esecutivi. Di queste 21, ne sono state approvate 19: la gran parte, a proposizione del Governo piuttosto che del Parlamento. Come segnalato da Agi, inoltre, il 61% delle leggi approvate proviene dalla conversione dei decreti legge (che sono, come risaputo, di natura governativa e non parlamentare).

Governo ultime notizie: l’esecutivo carioca utilizza di meno l’apposizione della fiducia

Tra i numeri che risaltano in favore del Governo giallo-verde, vi è l’utilizzo più moderato dell’istituto della fiducia su decreti e disegni di legge. Finora, il Governo guidato da Giuseppe Conte ha posto la questione di fiducia in sei occasioni. Nello stesso lasso di tempo – un semestre –  Renzi e Gentiloni avevano apposto la fiducia rispettivamente a 9 e a 12 provvedimenti. Dei Governi dell’ultimo lustro, solo quello di Enrico Letta ha fatto un uso estremamente limitato dell’istituto, utilizzandolo appena due volte in sei mesi.

In percentuale, sul totale di provvedimenti intrapresi, il Governo giallo-verde appone la fiducia con maggior frequenza (nel 31% dei casi) rispetto all’esecutivo Gentiloni (27%). Chi ne ha approfittato maggiormente, invece, è stato Matteo Renzi. Durante il suo primo semestre,  si arrivò ad apporre la fiducia a 1 provvedimento su 3 (34%).

Governo ultime notizie: pesa sempre meno l’apporto del Parlamento. C’è similitudine numerica con esecutivo Renzi

L’Organo legislativo sembra aver perso – stando ai numeri – la sua funzione di primo legislatore. Tra le 2.326 proposte presentate, appena una su dieci è stata discussa nelle Commissioni competenti, di cui solo la metà di queste sono giunte in Parlamento (a Montecitorio o Palazzo Madama) per la discussione in aula. Pensando al rapporto tra proposte a iniziativa parlamentare e governativa, si osserva come l’esecutivo abbia avuto una netta preponderanza rispetto al principale organo legislativo.  Delle 19 leggi approvate finora, il 79% proviene dall’esecutivo. Uno squilibrio che si superava unicamente sotto il Governo Renzi. In quel caso, addirittura l’85% delle leggi approvate proveniva da proposte dell’esecutivo.

Governo ultime notizie: le principali manovre

Delle 19 proposizioni legislative andate a buon fine, spicca il decreto dignità – cavallo di battaglia di Luigi Di Maio -. In attesa dell’approvazione della Legge di Bilancio e del disegno di legge anticorruzione, risaltano due delle (poche) proposte parlamentari: l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sugli ecoreati e un’altra per l’antimafia; poi, la tanto discussa legge sull’obbligatorietà del sedile per bambini in auto.

Il “grosso” potrebbe arrivare proprio dopo il via libera alla manovra 2019, che darebbe il via alla gestazione di reddito di cittadinanza, flat tax e superamento della Fornero. Ovvero, i grandi cavalli di battaglia dell’esecutivo carioca.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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