Dal Salone di Francoforte uno sguardo al mondo dell’auto

Pubblicato il 12 Ottobre 2009 alle 23:27 Autore: Luigi Zoppoli

Un esempio è la tedesca OPEL recentemente acquisita da OPEL. Appena formalizzata l’operazione, alte grida si sono levate da parte di inglesi, belgi e spagnoli perché il piano MAGNA tende a salvaguardare impianti e posti di lavoro tedeschi comprati con 4,5 miliardi di €uro dal governo mandando a spasso impianti e posti di lavoro in altri paesi. A proposito di Magna, mi tolgo un sassolino dalla scarpa. Essa, fornitrice di aziende come BMW, VW ed altri vedrà ridefinire o annullare i soi rapporti. Il gran capo di VW Ferdinand Piech ha dichiarato senza mezzi termini:” Troveremo facilmente un altro fornitore che sostituisca MAGNA acquirente di OPEL. Non ci piace che i fornitori diventino i nostri rivali”. Si aggiunga che MAGNA montava vetture Chrysler in Europa e questa commessa avrà termine visto che il montaggio sarà trasferito da FIAT dagli impianti Magna di Graz (in Austria) agli impianti Bertone recentemente acquistati.

Reputo che un player credibile per il futuro, possa essere proprio la FIAT.

Lo spessore della sua ricerca è tale da garantirle una supremazia tecnologica tre le marche generaliste nella tecnica motoristica e molta carne è al fuoco oltre ai favolosi nuovi motori multiair e turbo 1750. Una differenza è rappresentata dal management. Per spiegarmi, volgio ricordare il ‘common rail’ pietra angolare dello sviluppo impressionante dei motori diesel. Questa innovazione nacque nei centri ricerche FIAT che negl anni 90 la commercializzò sulla Croma unendo, prima al mondo, iniezione diretta e common rail. Un management sciagurato ed incapace, inflisse un colpo quasi mortale all’azienda cedendo i diritti dell’innovazione alla Bosch conseguendo il duplice sventurato risultato di far guadagnare cifre da capogiro a Bosch e rinunciare ad un vantaggio competitivo che avrebbe assicurato lustri interi di supremazia tecnica e di mercato a FIAT. Roba che neppure il Padre Eterno avrebbe potuto perdonare mentre fu perdonata da un management e da un azionariato scriteriati che ricoprirono d’oro immeritato chi aveva posto le basi del declino dell’Azienda negli anni successivi fin quasi alla fine.

A chiusura di questo commento. Lo show di Francoforte ha comunque rappresentato quanto l’utente finale sia divenuto importante per i costruttori d’auto. Una varietà di scelta senza precedenti, segmentazioni rispondenti ad ogni esigenza, capacità di toccare corde emozionali, prestazioni elevate con consumi bassissimi, emissioni in cospicua discesa, funzionalità al massimo livello, sicurezza attiva e passiva al top. Risposte convincenti a che il consumatore riconosca un adeguato value for money, l’aver speso bene i propri soldi. E’ questo a rappresentare il fondamento vitale del mercato dell’auto, fino a che con la fine degli incentivi non verranno al pettine i nodi della sovra-capacità produttiva e la certa discesa in campo degli stati a tentare di risolvere problemi innescando una cancrena che sarà peggiore dei guadi da risolvere.

di Gobettiano ed il suo omonimo blog su “La Stampa”.