Compravendita tra privati: auto, moto o casa. Tasse e come funziona

Pubblicato il 9 Febbraio 2019 alle 19:19 Autore: Claudio Garau

Che cosa prevede il sistema della compravendita dei beni tra privati e quali cautele adottare. Il caso specifico della vendita di un immobile.

Compravendita tra privati auto, moto o casa. Tasse e come funziona
Compravendita tra privati: auto, moto o casa. Tasse e come funziona

A volte la compravendita di un immobile o di un altro bene tra privati, presenta indubbi vantaggi rispetto all’ipotesi in cui ci si avvale di un intermediario. Vediamo di seguito come funziona la compravendita tra privati.

Compravendita tra privati: come funziona e quali pro e contro

Può capitare che un comune cittadino, per risparmiare tempo e denaro, voglia seguire in prima persona la trattativa di vendita. In effetti è vero che le commissioni per l’attività svolta dalle agenzie immobiliari possono raggiungere cifre considerevoli (in considerazione che è pagata ad esse una percentuale sul prezzo di vendita). Con internet e i siti dedicati espressamente alla compravendita immobiliare e di altri beni quali auto o moto, la contrattazione tra privati è sicuramente facilitata. Occorre però adottare gli opportuni accorgimenti, dato che – in questi casi – non c’è un’agenzia immobiliare in funzione di assistenza e supervisione.

In effetti, il privato cittadino che decida di far da sè, dovrà prestare molta cautela alle pratiche burocratiche previste. Dovrà prepararsi a code anche lunghe presso gli uffici preposti e a predisporre tutta una serie di documenti necessari alla compravendita. Tutte attività che, se assistiti da un’agenzia, sarebbero compiute da essa in qualità di intermediaria. Inoltre un agente immobiliare preparato saprà sicuramente sondare la storia dell’immobile e scorgere eventuali irregolarità o aspetti negativi nascosti al compratore. Insomma, per un non addetto ai lavori, capire se è tutto in regola oppure no, può essere più complicato. Quanto detto vale per il settore immobiliare, ma anche le trattative tra privati, aventi ad oggetto auto o moto – ad esempio – non sono esenti da simili valutazioni di opportunità e di rischio.

Compravendita tra privati: che regole seguire nello specifico caso dell’acquisto di un immobile

Veniamo ora all’ipotesi più delicata, in particolare per i riflessi economici che essa comporta: quella cioè inerente i passi da seguire nella compravendita di una casa. Anzitutto il compratore dovrà conoscere con esattezza i documenti idonei a perfezionare l’acquisto. Bisognerà quindi capire se il venditore è effettivamente il proprietario della casa e se l’immobile è in regola oppure no. Cioè sarà auspicabile evitare immobili su cui pendano abusi edilizi, ipoteche, pignoramenti e quant’altro.

Il compratore dovrà allora chiedere a colui che intende vendere, quelli che sono definiti i “documenti di provenienza”, come – ad esempio – atto di acquisto o denuncia di successione. Non meno importante sarà rintracciare la documentazione edilizia che attesti la conformità alla legge di quanto costruito.

Fase cruciale sarà la cosiddetta proposta di acquisto, legata ad un assegno con la funzione di bloccare l’immobile oggetto di compravendita. In tali circostanze, il venditore è libero di accettare oppure no e anche può esprimere una controproposta. Trovato l’accordo, resterà soltanto il cosiddetto “compromesso tra le parti”; avente la funzione di suggellare quanto convenuto e consentire che il compratore possa visionare tutta la documentazione relativa all’immobile (come ad esempio visura ipotecaria o attestazione di prestazione energetica APE). In mancanza, il venditore dovrà restituire importo e pagare eventuali danni.

Compravendita tra privati in ambito immobiliare: qual è la tassazione

Anche circa la tassazione occorre fare un po’ di chiarezza. In ambito di compravendita tra privati di una casa, le imposte in gioco saranno quelle di registro (interamente dichiarate nell’atto di compravendita). In particolare, per la prima casa l’imposta di registro è del 3%, con l’aggiunta delle imposte ipotecarie di 168 euro e catastali di 168 euro; mentre per la seconda casa l’imposta di registro è del 7%, unita all’imposta ipotecaria del 2% e all’imposta catastale dell’1%. Inoltre, occorre segnalare che, in queste circostanze, non è applicata l’IVA ma l’imposta di registro sul valore catastale, nella sussistenza di requisiti tassativi fissati dalla legge, tra cui il fatto che l’acquirente è una persona fisica che non opera all’interno di attività commerciali, professionali o artistiche e che il venditore non ha costruito l’immobile.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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