Concorsi pubblici: il requisito dell’altezza è discriminatorio, la sentenza

Pubblicato il 14 Febbraio 2019 alle 14:00 Autore: Claudio Garau

Oggi prevedere un’altezza minima nei concorsi pubblici è considerato discriminatorio dalla giurisprudenza. Vediamo perchè.

Concorsi pubblici: il requisito dell'altezza è discriminatorio, la sentenza
Concorsi pubblici: il requisito dell’altezza è discriminatorio, la sentenza

Oggi giurisprudenza e legislazione sono concordi nel considerare il requisito dell’altezza, nei concorsi pubblici, come discriminatorio. Vediamo più da vicino qual è la tesi sostenuta dai giudici italiani e qual è pertanto il quadro di riferimento attuale.

Concorsi pubblici: qual è la tesi giurisprudenziale sul requisito dell’altezza

Specialmente negli ultimi anni, diversi importanti giudici si sono pronunciati con riferimento alla contestazione del requisito dell’altezza in quanto discriminatorio. Tra essi, la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato. La massima giurisprudenziale che si può cogliere da questi utili interventi della magistratura, è che i requisiti fisici (come ad esempio l’altezza), sono ammissibili e non discriminano, soltanto laddove si tratti di assegnare mansioni o ruoli particolari, altamente professionali e delicati.

Funzioni cioè nelle quali, determinate caratteristiche come un certo peso; una certa agilità o una certa altezza, possono rivelarsi decisive ai fini della corretta esecuzione di esse. Ne deriva che, per altre funzioni pur in corpi dello Stato quali ad esempio Carabinieri o Guardia di Finanza, porre il requisito dell’altezza nei concorsi pubblici, sarebbe discriminatorio. Pensiamo al caso di chi lavora in segreteria o comunque compie mansioni di ufficio o back-office.

Tra le varie pronunce (tutte peraltro univoche nel sostenere la tesi suddetta), possiamo richiamare quella della Cassazione, risalente a pochi giorni fa e riguardante una controversia tra la concorrente di un concorso per capotreno e Trenitalia. La Corte ha appunto accolto il ricorso della candidata; e ha pertanto sancito che, anche per le funzioni di capotreno, è discriminatorio prefissare un’altezza minima come requisito per accedere al concorso.

Ne consegue che il limite eventualmente contenuto in un bando di questo tipo è da disapplicare e che al concorso può partecipare chiunque. L’interessato però dovrà fare ricorso al giudice, il quale ha il potere di disapplicare la clausola discriminatoria.

Concorsi pubblici: la prova di idoneità come strumento per accertare le capacità fisiche del soggetto

In sintesi, emerge che la volontà dei maggiori giudici italiani è quella di effettuare un bilanciamento tra interesse della collettività ad avere una Pubblica Amministrazione efficiente nelle sue funzioni e tutela contro eventuali discriminazioni legate a particolari requisiti fisici nei concorsi pubblici.

La giurisprudenza ha, semmai, sostenuto che, in special modo, per le attività che richiedono particolari abilità fisiche (come ad esempio alcuni ruoli dell’Esercito), sia ben più congeniale la previsione di test ginnici di idoneità. I quali hanno l’indubbio vantaggio di chiarire se una persona è idonea dal punto di vista fisico a compiere determinate funzioni. Ciò quindi al di là del dato dell’altezza.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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