Pensione anticipata con 46% di invalidità che fine ha fatto la proposta?

Pubblicato il 2 Maggio 2019 alle 06:39 Autore: Daniele Sforza

Pensione anticipata a partire dal 46 per cento di invalidità. Una proposta di cui si parla da tempo, ma ancora inattuata. Che fine ha fatto? Il punto.

Pensione anticipata con 46% di invalidità
Pensione anticipata con 46% di invalidità che fine ha fatto la proposta?

Anticipata con 46% di invalidità


Da tempo si parla della possibilità di estendere la pensione anticipata anche ai soggetti che hanno tra il 46% e il 74% di invalidità. Sul tema era stato anche attuato un emendamento a firma PD presentato in Senato dai promotori Nicoletta Favero e Gianluca Susta. L’obiettivo era quello di estendere la possibilità della pensione anticipata agli invalidi dal 46% al 74%, per l’appunto. Una percentuale di invalidità piuttosto alta e che mal si confaceva con la prosecuzione lavorativa fino in tarda età. Di quell’emendamento, apparentemente lodato e approvato, poi non se n’è fatto più nulla.

Una proposta di questo genere si è succeduta poi nel corso degli anni, fino al 2018. L’obiettivo era sempre quello: impedire agli invalidi 46%-74% di lavorare fino a 67 anni. E sfruttare così le misure già esistenti, come Ape sociale e Opzione Donna, per far rientrare questi soggetti nella categoria dei “beneficiari”. Nella recente riforma pensioni, tuttavia, le parole sono rimaste tali e nulla si è concretizzato ancora su questo fronte.

Pensione anticipata: cosa spetta agli invalidi 46-74%

Niente pensione anticipata per i soggetti con tasso di invalidità compreso tra il 46% e il 74%. A loro spettano altri tipi di agevolazioni, che adesso andiamo a elencare.

  • 46-49%: concessione gratuita di ausili e protesi e iscrizione al collocamento mirato;
  • 50-66%: congedo straordinario per cure, qualora previsto dal CCNL di riferimento;
  • 67-73%: esenzione parziale del pagamento del ticket per le visite specialistiche, esami e diagnostica strumentale.

Solo i soggetti con invalidità pari o superiore al 74% ricevono anche un beneficio prettamente economico, traducibile in un assegno mensile di assistenza. Questi ultimi hanno anche la possibilità di richiedere 2 mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro svolto al fine di agevolare l’accesso alla pensione.

Pensione anticipata invalidi: le uscite possibili

Dell’emendamento di cui sopra se ne parla dal 2017 ma a oggi non sono pervenute ancora delle modifiche a riguardo, pertanto restano ancora in vigore le misure esistenti. Ciò significa che solo i soggetti con invalidità pari o superiore al 74% hanno la possibilità di sfruttare l’uscita anticipata. Una delle soluzioni percorribili corrisponde all’Ape sociale, prorogata fino al 31 dicembre 2019, se si hanno 63 anni di età e 30 anni di contributi.

Altra soluzione è la pensione anticipata precoci, che però è riservata solo a chi ha lavorato almeno 1 anno prima dei 19 anni di età e ha in totale una carriera contributiva ammontante a 41 anni. Per saperne di più sull’argomento, vi rimandiamo alla lettura di questo approfondimento.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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