Buoni fruttiferi di Poste Italiane: nuovi rendimenti assenti, spetta rimborso

Pubblicato il 7 Marzo 2019 alle 11:48 Autore: Daniele Sforza

Nuova casistica in merito ai buoni fruttiferi di Poste Italiane, con un rimborso richiesto tramite decreto ingiuntivo. Ecco cosa è successo.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane
Buoni fruttiferi di Poste Italiane: nuovi rendimenti assenti, spetta rimborso

Nuovo precedente sui buoni fruttiferi di Poste Italiane e nuovo caso di rimborso richiesto e ottenuto tramite decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo. L’episodio ha riguardato una pensionata titolare di due buoni fruttiferi sottoscritti nel 1988 e del valore di 5 milioni di lire. Ecco il fatto spiegato e cosa è successo nel dettaglio.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: rimborso con decreto ingiuntivo, il fatto

L’avvocato Fabio Scarmozzino ci ha segnalato un nuovo episodio che fa da precedente in merito all’annosa vicenda dei buoni fruttiferi di Poste Italiane sottoscritti negli anni Ottanta e relativo rimborso. “Il Tribunale di Biella, in data 22 gennaio 2019, ha concesso decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo (non opposto da Poste) in favore di una pensionata che nel giugno del 1988 aveva sottoscritto due buoni da 5.000.000 lire”. Tali buoni, al tempo della sottoscrizione, appartenevano alla Serie P.

Tuttavia, “Poste, per comunicare la modifica dei rendimenti avvenuta a seguito del noto d.m. del 13 giugno 1986, ha applicato due timbri”. Il primo timbro era finalizzato alla modifica della serie e riportava la dicitura Serie Q/P. Il secondo timbro, posto sul retro sopra la tabella con i rendimenti dell’originale Serie P, riportava una dicitura al posto dei nuovi rendimenti. Una pratica tuttavia inusuale, visto che di solito vengono riportati i nuovi rendimenti.

Buoni fruttiferi di Poste Italiane: dicitura al posto dei nuovi rendimenti

La dicitura recitava quanto segue. “I tassi sono suscettibili di variazioni successive a norma di legge. L’ammontare degli interessi è soggetto alle trattenute fiscali previste alla data dell’emissione”.

Buoni fruttiferi postali: rimborso errato per mancata comunicazione, cosa succede

Con la dicitura al posto dei nuovi rendimenti, Poste “non ha comunicato la modifica dei tassi intervenuta in epoca antecedente all’emissione dei buoni”. Inoltre “non ha modificato gli interessi dei rendimenti dovuti per gli anni a venire”, limitandosi “a una generica comunicazione di futura modifica degli stessi, peraltro mai intervenuta”.

In sintesi, i rendimenti riportati nella tabella posta sul retro dei buoni non hanno subito modifiche. E, come potete leggere anche in questo articolo, il cambio rendimento va sempre comunicato. Tuttavia, quando la pensionata si è recata presso l’ufficio postale presentando i buoni, Poste “si è limitata a corrispondere gli importi dovuti in forza dei rendimenti previsti dalla nuova Serie Q”. Da qui la decisione da parte della pensionata di rivolgersi all’assistenza dell’avvocato Scarmozzino e dell’avvocato Pleitavino. Depositando “ricorso per decreto ingiuntivo per l’importo di euro 40.000 circa che il Tribunale di Biella ha accolto concedendo la provvisoria esecutività”.

Buoni fruttiferi: nuovi rendimenti devono essere comunicati

L’episodio può costituire un precedente importante. Soprattutto considerando il fatto che Poste Italiane ha emesso dei buoni successivi alla modifica dei rendimenti intervenuta con il decreto del 1986 che riporta i vecchi rendimenti. Tuttavia, non avendoli mai modificati ma semplicemente ponendo un timbro che prevede una futura “e ipotetica” modifica degli stessi, ha corrisposto un rimborso inferiore rispetto a quanto effettivamente spettante e risultante dal titolo.

“Preciso che il decreto ingiuntivo è diventato esecutivo”, conclude il legale, “senza che Poste si sia opposta. Anzi, ha più volte promesso il pagamento. Ma, non essendo ancora intervenuto, nei prossimi giorni verrà eseguito il pignoramento dei beni e del denaro presente presso l’ufficio postale del Tribunale di Torino”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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