Lavoro in Europa, dove è più pesante e dove più leggero – infografiche

Pubblicato il 14 Marzo 2019 alle 13:05 Autore: Gianni Balduzzi

Lavoro in Europa, a Est e a Sud vuol dire ancora sforzo fisico. In Germania e nel Benelux metà dei lavoratori sta seduto, in Italia solo il 30%

Lavoro in Europa, dove è più pesante e dove più leggero - infografiche
Lavoro in Europa, dove è più pesante e dove più leggero – infografiche

Lavorare non è una passeggiata, si sa. Ma in alcuni luoghi è ancora più faticoso.

Secondo una ricerca di Eurostat vi sono molte differenze tra Paese e Paese riguardo alle modalità in cui si svolge l’attività lavorativa.

È possibile selezionare nella nostra infografica la condizione di lavoro e osservare quanti si trovano a lavorare in questa.

La posizione più comoda è certamente da seduti, il tipico lavoro di ufficio al computer.

È quella che caratterizza la maggioranza assoluta dei lavoratori in Germania e Paesi Bassi, ma solo il 20,8% di quelli greci e il 25,3% di quelli rumeni. In Italia solo il 30,7% di loro sta seduto.

Appare proprio come un gap collegato con il livello economico medio del Paese. Laddove i redditi sono più alti, e vi sono più attività legate ai servizi avanzati, è più facile che ci siano una porzione maggiore di persone che lavorano potendo stare seduti.

Nel Sud Europa viceversa è più probabile ritrovarsi a dover stare in piedi. Addirittura nel 43,1% dei casi in Spagna, nel 28,5% in Italia. Il 35,6% in Romania, il 28,4% in Bulgari. Mentre accade meno del 10% dei casi nei Paesi Bassi, in Norvegia, in Finlandia.

Lavoro in Europa, dove include uno sforzo fisico

E poi vi è lo sforzo fisico. Quello moderato, che è quello che deve affrontare il 50,2% dei lituani. Nonché il 46,4% dei greci. Ma solo il 23,7% dei tedeschi e il 17,9% degli spagnoli.

Ma anche quello pesante, che interessa più di tutti i lavoratori greci, il 21,5% di loro per l’esattezza. Seguono polacchi, ungheresi, lettoni.

È chiaro che qui c’entra l’importanza che ancora riveste l’agricoltura in questi Paesi, oltre che l’arretratezza dell’industria a Est e in alcune aree del Mediterraneo. E non è da dimenticare il ruolo della pesca.

Anche le delocalizzazioni delle produzioni a minore valore aggiunto, che includono molto più lavoro manuale che ricerca e sviluppo o marketing, hanno il proprio peso.

Basti pensare al settore delle automotive o degli elettrodomestici.

Lavoro in Europa

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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