Uno sguardo su Palermo: Parte seconda

Pubblicato il 25 Aprile 2012 alle 17:55 Autore: Andrea Iurato
palermo

La prima potrebbe sfruttare l’onda lunga creata dai Forconi in questi ultimi mesi: dalle azioni di protesta con le quali hanno bloccato per vari giorni l’Isola, sono passati a candidare una donna proprio a Palermo. Anche se le azioni eclatanti non mancano: è di pochi giorni fa la loro protesta, attuata davanti la Camera di Commercio di Ragusa, di bruciare le Partite Iva per dare un segnale forte contro la crisi. In effetti il movimento potrebbe avere molti simpatizzanti in Sicilia: si batte per la tutela di coloro che sono stati più vessati dalla crisi, quindi può attingere tra agricoltori, autotrasportatori ed imprenditori stritolati dalla mancanza dei soldi promessi dalla PA, di prestiti e finanziamenti.

Il secondo costituisce una novità per Palermo: il Movimento 5 stelle prova la sua tenuta anche al Sud Italia, dopo i lusinghieri risultati delle passate amministrative e non potrebbe scegliere un momento migliore visto che è dato in crescita in tutti i sondaggi degli ultimi giorni: da Masìa per La7 a Pagnoncelli per Ballarò il movimento si attesta tra il 4,5 e il 7%.

Il comico genovese, ispiratore del movimento, continua a dare mazzate mediatiche a tutti i suoi competitor elettorali, attaccandoli sulla questione morale, su quella dei rimborsi elettorali e su tutti i mali classici della politica. Quest’azione non è passata inosservata ai rappresentanti politici nazionali; tutti , da Alfano a Bersani, passando per Vendola e Casini, sono d’accordo su un fatto: Grillo è un demagogo che rischia di rovinarsi con le sue stesse mani. Bersani auspica un abbassamento di toni perché “l’antipolitica non risparmierà nessuno”; Vendola invece è più duro asserendo che “Grillo è un coacervo di ideologie di estrema destra e di estrema sinistra, un populista che rischia di far ripiombare il Paese nel clima degli anni ‘30”. Sarà, ma intanto continua a volare alto nei sondaggi facendo leva sulla crescente insofferenza dei cittadini nei confronti della classe dirigente.

Intanto abbiamo un escluso dalla corsa: il generale Antonio Pappalardo della lista “Il Melograno” non ha presentato in tempo la sua lista la quale, tra l’altro, aveva solo 19 candidati contro i 33 minimi richiesti.

Anche il capoluogo siciliano non si discosta dal trend nazionale dell’astensione: sono molti i palermitani delusi dall’attuale situazione politica e che rischiano di non andare a votare. Per questo i siti dei due principali sfidanti, Costa e Ferrandelli, seppur molto diversi tra loro, il primo più “istituzionale” il secondo più “giovanile”, hanno in comune una cosa: non si vede traccia di simboli di partito.

La strategia è chiara: cercare di puntare direttamente sul candidato in modo tale da potersi sganciare subito in caso di non vittoria e, all’opposto, far credere che i partiti siano dei semplici spettatori