Festival del giornalismo Perugia 2019, Berizzi: “Il mandante della protesta di Torre Maura è la Lega”

Pubblicato il 5 Aprile 2019 alle 00:27 Autore: Emilia Missione

Al festival del giornalismo di Perugia, il giornalista ripercorre le fasi dell’avvicinamento tra Lega e Casapound dal 2014 a oggi

Festival del giornalismo di perugia 2019

Festival del giornalismo Perugia 2019, Berizzi: “Il mandante della protesta di Torre Maura è la Lega”

Dietro quello che è successo a Torre Maura ci sono mandanti politici”. A parlare è Paolo Berizzi, giornalista de La Repubblica, durante il panelNeofascisti ed estrema destra italiana nell’era giallo-verde” al Festival del giornalismo di Perugia. Insieme a lui l’antropologa Maddalena Gretel Cammelli dell’ Università di Bologna e Leonardo Bianchi, giornalista di Vice Italia.

Berizzi, dallo scorso febbraio sotto scorta a causa delle intimidazioni e delle minacce di morte ricevute da parte di gruppi di estrema destra, da oltre vent’anni si occupa di inchieste sulle organizzazioni neofasciste nel nostro Paese. E riguardo alla protesta dei cittadini di Torre Maura, contro il trasferimento in un centro di accoglienza di 60 persone di etnia rom, non ha dubbi: “Dietro ci sono i nazionalisti che oggi sono alla guida di questo Paese”.

Festival del giornalismo Perugia 2019, Berizzi: “Il mandante della protesta di Torre Maura è la Lega”

Alla protesta andata in scena nel quartiere alla periferia est di Roma hanno preso parte diversi esponenti di Casapound, che ha annunciato una manifestazione per sabato 6 aprile.

Per il giornalista de La Repubblica, a cavalcare la protesta di Torre Maura non ci sarebbe solo Casapound. O, almeno, non lo farebbe solo a suo nome. Ripercorrendo la storia recente dell’avvicinamento del Carroccio alla formazioni di estrema destra, Berizzi sostiene che a Torre Maura, “un copione che si ripete ogni settimana in diverse parti d’Italia”, agisca la stessa Lega.

Festival del giornalismo Perugia 2019, Berizzi: “Patto tra Casapound e Lega”

Il partito di Matteo Salvini avrebbe stretto un vero e proprio patto con Casapound, e altre organizzazioni di estrema destra, in cambio di mutuo supporto. Se da un lato queste organizzazioni fomentano le proteste che trovano nella Lega uno sbocco istituzionale, dall’altro il leader della Lega ha sdoganato su Twitter alcuni motti dell’epoca fascista. Da “Molti nemici, molto onore” al ripetuto “Me ne frego”. Particolarmente significativo nella storia del rapporto tra i due partiti, è il caso del motto della Lega, “Prima gli italiani”, originariamente di Casapound.

La Lega “scippa” questo slogan a Casapound e in cambio offre loro autorevolezza. “Salvini – spiega Berizzi – incarica Mario Borghezio di stringere un patto con i neofascisti”. È il 2014 e la Lega, insieme a Casapound, organizza le prime marce contro gli immigrati. Ma Borghezio va oltre e porta a casa anche un nuovo slogan che porterà fortuna al partito di Salvini. “Il 4 marzo scorso – conclude Berizzi – una parte significativa dell’estrema destra italiana ha votato Salvini. E lo ha fatto per pragmatismo. Perché era l’unico partito in grado di portare i loro contenuti al governo”.

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L'autore: Emilia Missione

Giornalista professionista, classe '90. Ho lavorato a SkyTg24 e come public affairs consultant. Amo la politica, le parole e le gonne di tulle. Ma non in questo ordine.
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