Rimesse degli immigrati, è boom nel 2018, dove finiscono maggiormente?

Pubblicato il 19 Aprile 2019 alle 14:16 Autore: Gianni Balduzzi

In grande aumento le rimesse delgi immigrati, su del 20,7% tra 2017 e 2018. 6,2 i miliardi che sono stati spediti nei Paesi di origine l’anno scorso

rimesse degli immigrati
Rimesse degli immigrati, è boom nel 2018, dove finiscono maggiormente?

Il 2018 ha segnato un vero e proprio boom per le rimesse che gli immigrati in Italia inviano all’estero, principalmente ai propri parenti nei Paesi di origine.

Sono stati raggiunti i 6,2 miliardi di euro, dopo un aumento del 20,7% rispetto al 2017.

È un incremento che tuttavia non deriva tanto dalla ripresa economica, da un arricchimento improvviso degli stranieri residenti in Italia o da una loro maggiore generosità, quanto secondo la Banca d’Italia che ha raccolto i dati, dall’inserimento nell’indagine conoscitiva di nuovi intermediari che prima sfuggivano ai calcoli.

È comunque interessante osservare quali siano le comunità che versano di più. Al primo posto forse a sorpresa i bengalesi, che hanno inviato 733,1 milioni nel 2018.

Più anche dei rumeni, che sono presenti in Italia da più tempo, con 710,7 milioni.

Le altre comunità seguono a distanza. Vi sono i filippini, con 444,6 milioni, i pakistani, con 423,7 e poi i senegalesi, con 385,3.

I marocchini, in realtà tra i più numerosi in Italia, vengono solo al settimo posto, dopo gli indiani.

È chiaro che molti trasferimenti sfuggono alle rilevazioni ufficiali, perché vengono usati altri mezzi, più informali, per inviare denaro. Per esempio il trasporto diretto, soprattutto nel caso di Paesi vicini, come il Marocco, la Romania, l’Ucraina, l’Albania, che infatti in questa classifica vengono anche dopo realtà da cui provengono molti meno stranieri, come la Georgia, o lo Sri Lanka.

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Milioni di euro

Rimesse degli immigrati, cosa cambia tra 2017 e 2018, il caso cinese

A questo proposito è interessante il caso dei cinesi. Si è verificato, in totale controtendenza, un crollo dei loro versamenti dell’85,3%. Ora inviano solo 21,4 milioni in patria. Avevano raggiunto i 2,7 miliardi nel 2011-2012.

Non si tratta di un impoverimento della comunità cinese, anzi, quanto piuttosto dell’adozione di strumenti alternativi, tra cui bitcoin, le chat, le carte pre-pagate, o banalmente dei trasportatori che portano fisicamente il denaro in Cina.

Tra le altre comunità invece spicca la crescita delle rimesse dei georgiani e dei pakistani, +90,3% e +81,8% rispettivamente.

In aumento, tra i trasferimenti effettuati dalle comunità più numerose, anche quelli degli ivoriani, +41,1%, dei bengalesi, appunto, +37,2%, dei filippini, +36,4%.

Sostanzialmente ferme le rimesse dei rumeni che crescono solo del 0,9%, mentre aumentano meno della media quelle di albanesi e ucraini, +8,1% e +12,3%

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Gli anni prossimi saranno decisivi per confermare questa tendenza oppure per smentirla, facendo apparire il 2018 come un’eccezione.

Molto influiranno le tendenze sociologiche, i nuovi arrivi, i ritorni in patria di alcuni stranieri, la formazione di famiglie in Italia da parte di coloro che sono qui da tempo e non hanno quindi più nessun parente cui spedire denaro, avendo ottenuto spesso il ricongiungimento familiare.

Pochi temi come quelli legati all’immigrazione sono in così rapida evoluzione

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L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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