Elezioni presidenziali austriache: un voto pieno di incognite

Pubblicato il 24 Aprile 2010 alle 13:08 Autore: Livio Ricciardelli
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Domenica 25 aprile i cittadini austriaci si recheranno alle urne per eleggere il loro Presidente della Repubblica. L’Austria è una Repubblica federale è il potere esecutivo è nelle mani del governo guidato dal suo Cancelliere. Per certi versi si tratta di una forma di governo molto simile a quella tedesca, ma con due differenze, che comunque non cambiano in modo significativo il modello istituzionale rispetto a quello vigente in Germania…

 

vienna elezioni presidenziali austriache

 

 

In primo luogo la camera alta del parlamento austriaco (chiamata anche a Vienna Bundesrat) è composta dai membri dei 9 Bundesländer in cui è diviso il Paese. Ma mentre in Germania i membri del Bundesrat per ogni Land sono esponenti del governo regionale, in Austria a scegliere i membri del Bundesrat sono i consigli regionali che, di conseguenza, molto spesso si dividono dividono i delegati secondo una logica spartitoria, rappresentativa dei rapporti di forza presenti delle assemblee dei vari Bundesländer.

In secondo luogo la principale differenza tra l’ordinamento tedesco è quello austriaco è proprio rappresentato dalle elezioni presidenziali: sia a Berlino sia a Vienna il Capo dello Stato ha un ruolo di garanzia e di rappresentanza. Ma mentre in Germania è il Parlamento ad eleggere il Capo dello Stato in Austria sono i cittadini che possono eleggerlo tramite elezione diretta.

La competizione si preannuncia come una sfida “anomala” figlia della particolare situazione politica e governativa del paese: il Cancelliere Werner Faymann, socialdemocratico, governa con una grande coalizione socialisti-popolari (un’alleanza che ha governato il Paese per quasi 40 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale) in quanto era impossibile stringere accordi politici con le altre forze presenti in Parlamento: la xenofoba Bzo, l’ultra nazionalista e pseudo-liberale Fpoe (ex partito di Haider) e i Verdi troppo piccoli (circa il 10%) per ottenere una maggioranza stabile.

La fallimentare esperienza di governo tra il partito di Haider e i popolari aveva portato, nel 2006, alla riproposizione di una Grosse Koalition, ma due anni di continui dissensi, in particolare sulla politica europea, tra i due maggiori partiti aveva portato verso nuove elezioni federali. Il risultato nel 2008  è stato analogo e più preoccupante: socialisti e popolari hanno perso voti sempre a scapito delle destre e sono stati costretti a riproporre la Grande Coalizione questa volta col nuovo e giovanile leader del partito di maggioranza relativa Faymann (della serie: le grandi coalizioni logorano chi ci sta e rafforzano che ne sta fuori).

Domenica dunque, in mezzo a questo scenario inquietante, si vota per eleggere il Presidente della Repubblica austriaca. E la situazione non ripropone lo scenario presente a livello parlamentare e governativo.

Il favorito della competizione elettorale è il Presidente uscante Heinz Fischer, che ora correrà da indipendente dopo una lunga militanza nella socialdemocrazia. Fischer non è solo il favorito perché ha buona fama di esponente politico moderato e perché reduce da sei anni di buona presidenza, ma anche perché…il Partito Popolare non ha un proprio candidato!

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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