(Dal blog) Il Met gala e il declino dell’Impero romano spiegati ad Ario

Pubblicato il 7 Maggio 2019 alle 14:46 Autore: Nicolò Zuliani
(Dal blog) Il Met gala e il declino dell’Impero romano spiegati ad Ario

Ario è un grezzo con la seconda media e una fedina penale di tutto rispetto. Siccome oggi l’argomento caldo è ‘sto Met gala, ho pensato di fare dell’infotainment.

«I romani si erano presi il mondo alternando bastonate a tolleranza – più spesso le bastonate – ed erano riusciti ad avere ovunque una burocrazia funzionante e non corrotta, il Diritto e quasi nessuna criminalità. Con un sistema statale liberale la gente se la cavava bene, e grazie alle conquiste erano sfondati di soldi.»

«Perché li avevano grattati agli altri paesi, no?»
«Sì.»
«Ah, vedi? Rubare è bello e alla fine tutti vivono felici e contenti.»
«Purtroppo i soldi erano mal distribuiti. C’erano circa 200 famiglie ricche tipo Bezos/Zuckerberg/Gates e gli altri che campicchiavano.»
«E dunque bisogna rubare a chi ha rubato. È il cerchio della vita.»

«Eh, la Ratatouille è sempre sborradelica, poco da fare» annuisce Ario.

«Aspetta. I ricconi oltre a godersi la vita decisero di fare i palazzinari. Comprarono terra – o la ereditarono – e ci coltivarono il grano praticamente a costo zero, grazie agli schiavi che venivano pagati a scudisciate.»
«Vabbè ma lì bastava prendere quelli fissati coi piedi che adorano farsi frustare, ci metti due mistress e via, questi ti zappano i campi 24/7.»
«Non hai capito. Per darti un’idea della dimensione dei campi, nel III° secolo l’intera Tunisia apparteneva solo a sette famiglie. Con una concorrenza del genere, i contadini piccoli sono costretti a vendere le loro fattorie piccine ai vari Zuckerberg.»

«Tipo il bar del quartiere che diventa McDonald?»
«Bravo. Col fatto che s’erano espansi ovunque, i romani importavano tutto: spezie dalle Indie, seta dalla Cina, artigianato e opere d’arte da tutto il mondo. Senza accorgersene stavano restituendo all’estero i soldi che gli avevano grattato.»
Ario sgrana gli occhi: «Malissimo.»

«Ah questa s’è vestita da Doflamingo, il tipo del cartone animato.»
«È la Wintour, Ario.»

«Inoltre i romani avevano smesso di produrre. Si limitavano a comprare dagli altri. Qualcuno fece notare il problema ma venne ignorato, così circa nel 200 d.C. si accorsero che in cassa erano rimasti un sacco di oggetti bellissimi e zero soldi. Cercarono di risolvere il problema mescolando l’oro col piombo – facendolo pesare di più – poi facendo monete di bronzo; l’unico risultato fu un’inflazione mostruosa.»

«Questa l’hanno tirata giù dal lampadario dopo un after, c’è stile nella tragedia.»
«È Katy Perry.»
«Sta inchiummata a mostro, guardala, crede ancora di essere appesa.»

«Cos’è ‘sta inflazione?»
«Sei fornaio, metti che una pagnotta costa una moneta di cioccolato. Io vengo con una moneta che ha dentro mezzo cioccolato e mezza è vuota. A quanto mi vendi la pagnotta?»
«Due monete.»
«Bene. Adesso vai dal mugnaio che ti vende la farina, che è sempre costata due monete. Ma adesso lui ne vuole tre.»
«E perché?»
«Perché stamattina tu gli hai fatto pagare il pane due monete.»
«Che storia.»

«AAAAAAHAHHHA HAHAHA HAH AHAHA HAH AHA HAHAH AH»
«Ario, è una provocazione per mostrare che un uomo è virile pur vestendosi da donna.»
«HAHAHA HHAHA HAHAHAHA HAH AHAHAH HAHAHAHA HAHA HA HAH»

«Nel 340 d.C. il grano arriva a costare il 6000% di più che nel 290. Dopo cinquant’anni, servono 16 tonnellate di monete per comprarne 25 chili. Il commercio diventa impossibile, e per risolvere il problema nasce il mercato nero e, naturalmente, le tasse si alzano. I romani capiscono che bisogna ricominciare a produrre qualcosa, ma dopo due secoli nessuno ha idea di come si fa il contadino, né ha intenzione di diventarlo per non farsi deridere dagli altri romani. Gli schiavi praticamente non esistono più. Ci sono solo i cristiani, odiati e perseguitati perché considerati “la causa del declino”, a cui si può far fare qualunque cosa.
Ma sono pochissimi.»

«Negri?»
«No.»
«Ah, vedi.»

«Questo s’è giustamente portato il cervello di scorta, sai mai.»

«Il peggio arriva con il crollo della famiglia. Nessuno si riproduce più per potersi godere la vita, ci si sposa tardi e si divorzia facile, si preferisce fare paaaaartyyyyyy invece di badare ai neonati. E quando si fa notare il problema, i romani fanno spallucce perché hanno la testa dei vecchi che pensano “dopo di me non deve vivere nessuno”.»

«Erano tanto stupidi, ‘sti romani. Non credevo. Poi?»

«Gli unici che figliano sono all’estero, quelli che oggi chiameresti tedeschi e cinesi. Così gli imperatori li fanno venire a lavorare. Solo che agli immigrati non frega niente di Roma, vogliono solo lavoro, soldi e una vita migliore di quella che facevano di là. Diventano soldati e invece di giurare fedeltà all’Impero, seguono e venerano solo il loro comandante. Che ovviamente è straniero pure lui. A quel punto i comandanti si rifiutano di obbedire se non vengono pagati di più, e mentre ci sono contrattazioni i barbari arrivano e fanno quello che gli pare. Verso il 300 è ormai andato tutto affanculo e nel giro di un secolo parte il medioevo.»

«Che comunque è meglio.»
«No, i romani avevano le fogne, nel medioevo tiravano la merda in strada.»
«Pacco. Belle foto, comunque.»

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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