Regno Unito: aggiornamenti sulla riforma elettorale

Pubblicato il 28 Giugno 2010 alle 11:49 Autore: Gabriele Bracci
elezioni anticipate voto anticipato

Il primo ministro Cameron, infatti, sta cercando con fatica di fronteggiare una rivolta interna capitanata dal deputato conservatore Daniel Kawczinsky, attuale leader di una fronda che si oppone alla modifica del sistema elettorale e difende il FPTP. Kawczinsky ha difatti minacciato di voler presentare nella fase parlamentare un emendamento che porti il referendum ad essere valido soltanto se a votare vada il 40% degli aventi diritto. Un’idea che senza dubbio fa tremare i liberali.

Tale emendamento, che non gode della fiducia di tutto il partito conservatore, potrebbe però trovare una sponda importante in alcuni deputati laburisti, anch’essi in buona parte contrari all’abbandono del FPTP. Tra l’altro un emendamento di questo tipo gode di un precedente più che importante. Nel 1979 fu grazie a tale clausola che fallì il piano per la devolution scozzese, quando a votare furono soltanto il 33% degli aventi diritto nonostante i “sì” raggiungessero il 52% dei voti validi.

Appurata la volontà dei liberal-democratici di intraprendere il cambiamento resta da vedere verso quale cambiamento abbiano deciso di orientarsi. Ovvero resta da vedere su quale sistema elettorale i “LibDems” hanno deciso di giocare la loro scommessa. Il sistema al quale mirano da tempo, com’è noto, è il Voto Alternativo, che permette di ordinare i candidati in base alle preferenze dell’elettore e richiede la maggioranza assoluta per aggiudicarsi il seggio. I candidati per essere eletti devono essere non solo i più apprezzati come prima scelta ma devono essere anche graditi come “second best”. Tale sistema viene attualmente utilizzato per eleggere il Parlamento australiano, il presidente irlandese ed i parlamenti delle isole Fiji e Papa Nuova Guinea.

Tuttavia per molti la scelta di puntare su questo sistema elettorale si è rivelata sbagliata. Alcuni esponenti del mondo accademico infatti fanno notare che sarebbe stato meglio orientarsi su un sistema più semplice come l’ “Approval Voting” dove il funzionamento è identico al First-past-the-Post soltanto che vi è la possibilità di esprimere quanti voti si vuole, teoricamente anche per tutti i candidati presenti nel collegio. Ad essere eletto sarebbe sempre il candidato più “gradito”.

Altri invece, come il Prof. Donn M.Kurtz (Università della Luisiana) sostengono la necessità di introdurre finalmente un sistema “misto” maggioritario-proporzionale con collegi e voto di lista anche nel Regno Unito, ed altri ancora puntano decisamente sul “Voto singolo trasferibile” così come utilizzato per il Parlamento irlandese.

Il grafico che mostriamo qua sotto ci evidenzia quello che sarebbe accaduto se alle ultime elezioni si fosse votato con il “Voto Alternativo” e, come seconda ipotesi, se invece di fosse votato con il sistema del “Voto singolo trasferibile”.

scenari_sistemi_uk

Il risultato pare chiaro: utilizzando il sistema su cui puntano liberal-democratici, l’incremento rispetto al sistema attuale sarebbe stato di soli 22 seggi. Diverso il caso se si fosse votato con il Voto singolo trasferibile: l’incremento sarebbe stato addirittura superiore ai 100 seggi.

Alla luce di questi dati viene spontaneo avanzare una riflessione. Cioè chiedersi se i liberal-democratici non stiano forse bruciando un’occasione per loro storica, quella di diventare la forza determinante del sistema politico britannico per gli anni a venire. Paradossalmente, con molti sistemi elettorali lo diverrebbero quasi sicuramente, con quello da loro scelto probabilmente no.