Visita fiscale Inps: assenza è giusta causa di licenziamento. La sentenza

Pubblicato il 17 Maggio 2019 alle 08:53 Autore: Daniele Sforza

In merito all’assenza alla visita fiscale Inps ci si interroga spesso se questa sia una causa che legittimi il licenziamento. Ecco cosa dice la Cassazione.

Assenza visita fiscale Inps è giusta causa di licenziamento
Visita fiscale Inps: assenza è giusta causa di licenziamento. La sentenza

Il lavoratore dipendente pubblico o privato che non si reca a lavoro causa malattia è soggetto a visita fiscale Inps. Quest’ultima può essere inviata anche dal datore di lavoro o dall’amministrazione (previo pagamento) e ciò avviene soprattutto se il lavoratore ha dato segni di una condotta scorretta: assenze ingiustificate, malattie in prossimità di weekend e festivi, comportamenti poco professionali in sede.

Assenza visita fiscale Inps: licenziamento per giusto causa legittimo?

Al di là della condotta del lavoratore, comunque, si precisa che l’obbligo di reperibilità alla visita fiscale vale per tutti e ciò comporta il rispetto degli orari di reperibilità. In caso di assenza al controllo medico fiscale, il datore di lavoro potrebbe procedere con il licenziamento?

Quest’ultima domanda è un caso che lascia spazio a diverse interpretazioni che sono state spesso oggetto di giurisprudenza. E proprio a una sentenza della Cassazione Civile del 2 dicembre 2016 dobbiamo guardare per avere maggiori chiarimenti al riguardo. Un’assenza reiterata durante gli orari della visita fiscale Inps può portare al licenziamento per giusta causa?

Cosa dice la Cassazione Civile: la sentenza

La risposta è affermativa. Ma ovviamente solo nel caso in cui il lavoratore non provveda a fornire idonea giustificazione che abbia determinato la sua assenza durante gli orari di reperibilità del controllo. È naturale che, quando si parla di assenza ripetuta, anche le giustificazioni reiterate perdono il loro peso. Nel caso in esame trattato dalla Cassazione, infatti, il lavoratore era risultato assente per 4 volte durante la reperibilità fiscale, ma non aveva neppure presentato giustificazioni in merito. La diretta conseguenza di questo comportamento è quella sanzionatoria, con la graduale decurtazione dell’indennità di malattia, ma ci sono conseguenze anche a livello professionale. In tale caso, infatti, la Cassazione ha legittimato il datore di lavoro all’opzione del licenziamento per giusta causa.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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