Partiti ed autonomie: il modello basco

Pubblicato il 3 Novembre 2010 alle 10:39 Autore: Enrico Peroni
modello basco

Ecco che quindi è nato un esperimento, ossia il governo è stato assunto dai Socialisti con l’appoggio esterno dei Popolari, cioè il primo partito nazionale (per voti) nella zona assieme al secondo partito nazionale (per voti) nella zona. Considerando, inoltre, che il primo è maggiormente autonomista del secondo.

 

Evitando di considerare la realtà basca sopra illustrata e che ne fa un laboratorio un po’ particolare, è utile per il Nord italia considerare il gioco a 3 tra partito localista/indipendentista, partito nazionale vicino al partito localista e partito nazionale alieno al partito localista. In questo schema per 30 anni ha funzionato l’alleanza o la desistenza tra i primi 2. Oggi non più, per varie ragioni politiche, tattiche e anche personali (l’attuale Presidente Socialista Patxi Lopez è uomo di grandi doti carismatiche e buon statista). Ma queste ragioni saranno sempre diverse da caso a caso ma possono dimostrare che i due partiti nazionali in un sistema centrato su un partito localista che è solito allearsi con uno dei due, possono arrivare a stringere dei patti.

 

Il PSOE e il PP sono due partiti nazionali stabili, organizzati e riconosciuti. PDL e PD hanno rispettivamente 2 e 3 anni, sono ancora in gestazione, nei sondaggi perdono voti rispetto a concorrenti a sinistra (SEL,IDV), al centro (UDC), a destra (FLI). Ma, fatte le dovute distinzioni, non sarebbe un modello esportabile anche nel Nord Italia?