Da Amburgo un segnale alla Merkel

Pubblicato il 21 Febbraio 2011 alle 23:46 Autore: Matteo Patané

Il successo della SPD risalta ancora di più se si tiene conto che la Linke, il partito di estrema sinistra alla sua seconda presenza alle elezioni amburghesi, è stata in grado di conquistare la medesima percentuale di voti delle precedenti consultazioni. Se per la Linke questo risultato può essere considerato oggettivamente soddisfacente, spicca come lo straripamento della SPD non sia stato in grado di scalfire questo zoccolo duro di elettori, il che fa lievitare lo schieramento progressista, preso nel suo complesso, oltre il 65%.

Una menzione particolare, infine, per il giovane partito Piraten, in grado di passare dallo 0,2% del 2008 al 2,1% del 2011, risultando il primo partito tra gli esclusi dal Parlamento regionale ed una forza che difficilmente in futuro i partiti maggiori potranno ignorare.

L’affluenza, infine, ha fatto registrare un calo tutto sommato moderato rispetto al 2008, passando dal 63% al 57%. Proprio questo dato può essere considerato il più allarmante per la coalizione della Merkel: la sconfitta amburghese non può essere giustificata solo in termini di rifugio nell’astensionismo. Un crollo di 20 punti percentuale implica necessariamente una fuga verso altri partiti, complicando in maniera molto seria le necessarie operazioni di recupero che la CDU dovrà mettere in atto per presentarsi ai prossimi appuntamenti elettorali senza subire altre sconfitte di analoghe proporzioni.

Come si vede dall’immagine, il Parlamento regionale è in mano alla SPD, che ha conquistato 62 seggi. La maggioranza assoluta raggiunta dalla formazione di centrosinistra, tuttavia, è risicata (appena un seggio), quindi in realtà la soluzione più probabile è comunque una coalizione rosso-verde.
In realtà, dietro questa scelta, vi sarebbero anche calcoli politico-elettorali importanti: seppupre in questa tornata elettorale siano apparsi in affanno, i Grünen restano un partito chiave in molti lander quali Bremen o il Baden-Württemberg, e incrinare i rapporti tra le due forze di centrosinistra, per di più in presenza di programmi elettorali abbastanza compatibili, in nome di un’autosufficienza neppure così solida, sarebbe un puro suicidio politico.

Da non sottovalutare, infine, gli effetti sul Bundesrat: come conseguenza di queste elezioni tre elementi, di colpo, passano dalla maggioranza all’opposizione, riducendo la maggioranza pro-governo federale da 34 elementi a 31, in virtù di una maggioranza assoluta di 35. Al contrario gli elementi contrari al governo salgono a 24, mentre i neutrali restano 17. Il prossimo appuntamento è il 20 marzo, con le elezioni in Sachsen-Anhalt, un land da quattro parlamentari nel Bundesrat. Qui governa una coalizione CDU/SPD, cosa che posizione il land tra i neutrali.
Gli ultimi sondaggi della Infratest Dimap, risalenti a gennaio 2011, mostrano la CDU come primo partito tallonata dalla Linke; a distanza la SPD, mentre Grünen e FDP lottano per superare la soglia di sbarramento. La conventio ad excludendum nei confronti della Linke, unita al fatto che, essendo la sinistra estrema al di sopra della SPD come preferenze, avrebbe il diritto ad esprimere il governatore in un’eventuale coalizione rossa, rendono quasi certa la riedizione dell’alleanza CDU/SPD.
Alla SPD spetterà il difficile compito di capire se per i Tedeschi la Linke è ormai sdoganata ed è considerabile alla stregua di tutti gli altri partiti, oppure se il suo abbraccio in Sassonia rischia di strangolare le ambizioni del partito di Gabriel.

Matteo Patané

(Blog dell’autore: Città Democratica)

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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