Minibot Lega 2019: cosa sono e quanto valgono i titoli

Pubblicato il 9 Giugno 2019 alle 14:54 Autore: Alessandro Faggiano

Minibot Lega 2019: cosa sono e quanto valgono i titoli di Stato che sarebbero emessi in forma cartacea, per un valore di 70 miliardi di euro.

Minibot Lega 2019: cosa sono e quanto valgono i titoli
Minibot Lega 2019: cosa sono e quanto valgono i titoli

Uno dei temi più discussi della settimana – e che farà parlare molto per i giorni a venire – riguarda l’emissione di minibot. La definizione e gli utilizzi dei minibot sono stati ripresi da più testate. Riprendiamo testualmente le parole utilizzate nel programma elettorale della Lega.

Definizione e funzione dei minibot, secondo il programma elettorale della Lega

I minibot sono Titoli di Stato di piccolo taglio che, se emessi in sufficiente quantità potrebbero diventare un sistema di pagamento alternativo rispetto a quello con le attuali banconote. Il vantaggio dei minibot è che la loro creazione e diffusione sarebbe totalmente controllata dallo Stato senza dover quindi rischiare di essere bloccata dall’esterno. Avrebbero inoltre un’importante funzione di rilancio dell’economia. Non si tratta di una moneta parallela perché i trattati europei impediscono la stampa di banconote diverse da quelle in Euro e avere due monete diverse con differenti tassi di cambio in circolazione contemporanea sarebbe disastroso, perché i redditi rischierebbero di essere nella moneta di minor valore mentre i debiti resterebbero in Euro. L’aspetto del minibot sarà in tutto e per tutto simile ad una banconota ma in realtà rappresenta un pezzettino di debito pubblico ed è quindi un credito per il cittadino che lo possiederà. I minibot verrebbero assegnati senza formalità e volontariamente a tutti i creditori dello Stato in qualsiasi forma.

Si vogliono mettere in circolazione circa 70/100 miliardi di minibot, pareggiando in pratica l’attuale stock di denaro cartaceo in euro. Il massimo quantitativo di minibot che possono essere assegnati subito (se lo desidererà) ad un creditore dello Stato è 25.000 euro, le cifre eccedenti tale valore verranno saldate con il vecchio sistema con tempi che cercheremo di rendere più brevi ma difficilmente saranno immediati come invece accadrà a chi sceglierà di venir saldato in minibot. La garanzia del valore del minibot è lo Stato stesso. Lo Stato accetta i minibot come pagamento delle imposte, quindi dal momento che il prelievo fiscale ogni anno è di 450 miliardi e il totale dei minibot emessi è, come abbiamo detto 70 miliardi circa, la “domanda” sarà sufficiente ad assorbire tutta l’offerta anche nel caso in cui tutti decidano di restituire i minibot con lo strumento fiscale.

I principali punti di discussione sull’emissione di minibot Lega

L’utilizzo di mini buoni del tesoro in forma cartacea può far pensare immediatamente a due delle principali problematiche evidenziate. Ovvero: l’emissione di una moneta alternativa (secondo il programma della Lega, si parla di circa 70 miliardi di euro, corrispondente alla moneta circolante in tutto il Paese) e il peso che questa emissione avrebbe sul debito pubblico. Essendo nell’Unione Monetaria Europa, non è possibile emettere moneta, in quanto la politica monetaria è dettata dalla Banca Centrale Europea. In secondo luogo, il pagamento immediato offerto ai creditori dello Stato andrebbe contabilizzato come deficit.

Sono queste le critiche mosse dal presidente della BCE, Mario Draghi, al quale ha risposto l’economista Claudio Borghi, uno degli uomini forti della Lega. Borghi ha assicurato che non si tratterebbe di una vera e propria moneta (nonostante la forma cartacea e la possibilità di utilizzarla come mezzo di pagamento per le imposte). Inoltre, secondo Borghi, non dovrebbero essere contabilizzati nel deficit perché “derivano da debiti già esistenti che lo Stato ha verso i fornitori e i cittadini.”

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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