Finlandia, l’avanzata dell’ultradestra
[ad]È stato proprio il partito di Soini il protagonista della campagna elettorale, una campagna dove il tema principale è stato l’Europa ancor più delle pensioni e dell’immigrazione. Argomento evidentemente forte, visto che è riuscito a portare alle urne oltre il 70% degli aventi diritto, tre punti in più del 2007 (la Finlandia rimane però il paese nordico dove l’affluenza è più bassa). L’Europa, dunque, e soprattutto il piano di salvataggio nei confronti del Portogallo, al quale Helsinki dovrebbe prendere parte. Il Partito di Coalizione Nazionale si è detto sin da subito favorevole; i socialdemocratici, pur se europeisti, in Parlamento hanno già votato no ai salvataggi di Grecia e Irlanda; i Veri Finlandesi non sono neanche disposti a parlarne. Più volte durante la campagna elettorale Timo Soini ha ricordato che nel corso della crisi economica di inizio anni ’90 nessuno è venuto ad aiutare la Finlandia, e la Finlandia ne è uscita da sola. Gran parte del tracollo del Partito di Centro è da ascriversi proprio all’ambiguità su questo tema. L’ex premier Kiviniemi non ha voluto prendere una posizione netta, scegliendo di rimandare la decisione alla prossima legislatura.
Quello che succederà adesso è ancora difficile da prevedere. I colloqui per la formazione del nuovo governo potrebbero andare avanti fino a maggio. La strada che ha di fronte a sé Katainen è politicamente complessa. Scrive il quotidiano finlandese Helsingin Sanomat che probabilmente il nuovo esecutivo sarà formato da un nucleo composto dal Partito di Coalizione Nazionale e Partito Socialdemocratico. I Veri Finlandesi non potranno però non partecipare ai colloqui, e del resto i primi due partiti hanno già aperto le porte al dialogo: Taru Tujunen, segretario della Coalizione Nazionale, ha detto che un esecutivo composto dai tre partiti usciti vittoriosi dalle elezioni non può essere escluso; Mikael Jungner, segretario dei socialdemocratici, ha dichiarato che il posto per i Veri Finlandesi dovrebbe essere nel governo. Katainen ha spiegato che “quando persone responsabili si siedono allo stesso tavolo per parlare degli interessi della Finlandia le soluzioni si trovano”, aggiungendo in un secondo momento che probabilmente il nuovo governo sarà formato dalla Coalizione Nazionale, i socialdemocratici e i Veri Finlandesi. Il fatto è che queste dichiarazioni concilianti potrebbero cadere alla prova dei fatti. Le parti sono distanti su moltissimi temi, ma quello che potrebbe far saltare il banco è l’Europa. Se Katainen e Soini dovessero restare ciascuno sulle proprie posizioni, la strada si farebbe forse troppo stretta. Se i Veri Finlandesi dovessero invece accettare di sfumare alcune posizioni, allora lo scenario si semplificherebbe e consentirebbe il varo di un governo piuttosto variopinto. In ogni caso, mai come questa volta i colloqui si preannunciano difficilissimi.