Quanto guadagnano le calciatrici di Serie A: stipendio e incassi

Pubblicato il 18 Giugno 2019 alle 11:57 Autore: Daniele Sforza

Con i Mondiali di Calcio femminile in corso gli utenti si stanno chiedendo quanto guadagnino le calciatrici di Serie A e a quanto ammontano i loro stipendi.

Quanto guadagnano le calciatrici di serie A
Quanto guadagnano le calciatrici di Serie A: stipendio e incassi

I mondiali di calcio femminile in corso in Francia stanno accendendo i riflettori su una questione abbastanza delicata: gli incassi delle calciatrici. Ad esempio, quanto guadagnano le calciatrici della nostra Serie A? E come funziona all’estero? C’è da dire che, ovviamente, il business del calcio femminile, seppur in crescita, non produce un giro economico paragonabile a quello maschile e quindi questo può influire sugli ingaggi delle giocatrici. Resta però il fatto che la FIFA sta cercando di cambiare le carte in tavola, puntando all’aumento degli ingaggi e a un riconoscimento più professionalizzante per le calciatrici. Il mondiale di calcio femminile di 4 anni fa ha innescato il cambiamento: oltre 750 milioni di spettatori davanti alla televisione e più di 1 milione negli stadi. Non male, considerando che anche i Mondiali 2019 stanno andando piuttosto bene. Ma i problemi rimangono e le soluzioni non sono immediate.

Calciatrici Serie A: stipendi, ingaggi e rimborsi spese

Lo stipendio di una calciatrice di Serie A è abbastanza basso, visto che può ammontare a massimo 30.658 euro lordi annui. A questo possono aggiungere compensi e rimborsi spese, ma anche qui c’è una soglia fissata a 61 euro al giorno (per 5 giorni) durante la stagione, che si abbassa a 45 euro al giorno durante il periodo di preparazione. La problematica è però alla base, visto che le giocatrici di calcio italiane, a differenza dei loro colleghi maschi, non sono considerate professioniste. Ciò significa che non vengono loro versati dei contributi e considerando che il calcio è per loro uno sport inquadrato nel dilettantismo, vien da sé che è l’intero meccanismo a essere difettoso. Le calciatrici dilettanti non possono firmare alcun contratto con le società in cui militano, bensì possono sancire degli accordi economici i cui importi non possono superare certi limiti e così le tempistiche contrattuali.

E in Serie B?

Questo avviene in Serie A, mentre in Serie B, spesso, le calciatrici giocano gratis o comunque non arrivano a superare i 500 euro al mese. Insomma, per chi vuole diventare professionista la strada è tutta in salita, perché ovviamente serve loro svolgere un’altra attività lavorativa che consenta di vivere, attività professionale che limiterebbe i loro allenamenti e le sedute di preparazione, condizionandone la carriera. Un cane che si morde la corda, insomma.

Serie A: le calciatrici italiane e il vincolo

Inoltre, come scrive Roberta Decarli su Ultimo Uomo, per le calciatrici dilettanti bisogna tenere a mente una parola chiave per capire la situazione del calcio femminile italiano negli ultimi anni: il vincolo. Questo sussiste dal primo tesseramento come giovane dilettante fino al compimento del 25° anno di età, l’obbligo è quello di tesseramento con la società che detiene il suo cartellino. Fino a soli 4 anni fa il vincolo era a vita, incidendo notevolmente sulla possibilità delle calciatrici di andare all’estero, a meno che le società straniere non pagassero un importante supplemento. A oggi il vincolo può essere sciolto se la calciatrice si ritrova improvvisamente senza squadra, oppure di comune d’accordo con la società stessa, e ciò può avvenire anche prima dei 25 anni.

Il caso francese

Anche altrove, ovvero fuori dai confini nazionali, la situazione non è abbastanza diversa. Prendiamo ad esempio il caso della Francia, dove troviamo le 3 giocatrici più pagate del mondo, tutte militanti nel Lione: Ada Hegerberg, Amandine Henry e Wendie Renard. I loro ingaggi partono da un minimo di 350.000 € a un massimo di 400.000 €. La media ingaggi del campionato nazionale è però leggermente superiore a 42 mila euro, il che la dice lunga sugli stipendi delle altre calciatrici che militano nel campionato francese.

Dopo i Mondiali 2019 sarà tutto finito?

In conclusione, il business del calcio femminile è in crescita: qualcosa si sta muovendo nei piani alti, con l’obiettivo di incentivare l’economia di questa parte del calcio. Il rischio è che, esaurita l’euforia dei Mondiali 2019, tutto ritorni nel silenzio e il gap tra calcio maschile e femminile denunciato recentemente dalla Hegerberg (che ha rifiutato di partecipare alla competizione in Francia) si dissolva nel nulla o proceda ancora una volta molto a rilento.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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