Donazione sangue 2019: ogni quanto, come funziona e permessi lavoro

Pubblicato il 18 Giugno 2019 alle 18:50 Autore: Claudio Garau

Come funziona il meccanismo della donazione sangue e ogni quanto tempo può effettuarsi. L’ipotesi dei permessi lavoro per donare.

Donazione sangue 2019 ogni quanto, come funziona e permessi lavoro
Donazione sangue 2019: ogni quanto, come funziona e permessi lavoro

La donazione del sangue è una pratica assai diffusa presso chi, mosso da spirito altruistico, intenda aiutare concretamente tutti coloro che per i motivi più diversi, abbiano bisogno di esso. Vediamo in sintesi come funziona il meccanismo, ogni quanto è possibile donarlo e com’è regolata la questione dei permessi lavoro.

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Donazione sangue: come funziona? ogni quanto si può donare?

Dare una definizione di cosa sia una donazione sangue, non è certamente complicato. Si tratta di tutti quei casi in cui un soggetto, definito donatore, fa fare volontariamente un prelievo di una certa quantità di liquido ematico e lo mette a disposizione di ospedali e centri trasfusionali, e quindi a favore di persone che ne abbiano bisogno, ad esempio, per particolari incidenti o per specifici disturbi della salute. Chiaramente ci sono norme e regole mirate a definire precisamente tutto l’iter, affinché nulla sia lasciato al caso. È una pratica del tutto gratuita e vuole, soprattutto, tutelare la salute del donatore e del ricevente. Ovviamente, non si diventa donatori di sangue dall’oggi al domani: occorre un’obbligatoria visita medica ed un controllo preventivo presso un cosiddetto centro ematologico.

Circa l’aspetto temporale, la frequenza con cui si può fare la donazione sangue dipende a seconda che si tratti di donazione a sangue intero o in aferesi. Con la prima espressione intendiamo una donazione, con la quale il liquido ematico è sottratto così com’è all’interno dell’organismo, senza alcuna distinzione degli elementi che lo compongono. Con i termini “donazione in aferesi”, invece, si intende un’operazione diversa, attraverso cui il donatore è collegato ad una apparecchiatura, studiata per separare – all’atto della donazione – plasma, piastrine, globuli rossi e bianchi. In caso di donazione a sangue intero, la frequenza di donazione per gli uomini e per le donne che abbiano oltrepassato il periodo di fertilità è di una volta ogni 90 giorni (4 donazioni all’anno al massimo), mentre per le donne che sono in periodo di fertilità, il periodo è raddoppiato, potendo donare soltanto una volta ogni 6 mesi (2 volte all’anno). In caso, invece, di donazione in aferesi, la tempistica è differente. Gli uomini possono donare fino a 6 volte all’anno, con un intervallo minimo di 45 giorni, se si tratta di piastrine o plasma, e di 20 giorni se si tratta di globuli bianchi. Anche le donne possono donare fino a 6 volte all’anno, cambiano gli intervalli di tempo tra una donazione e l’altra (anche 2 mesi nel caso di aferesi di piastrine o plasma).

La questione dei permessi lavoro: a chi spettano? quante ore al massimo?

Ovviamente, la legge consente di effettuare la donazione sangue anche a tutti i lavoratori, attraverso veri e propri permessi retribuiti. In concreto, il datore di lavoro consente al dipendente di assentarsi, ma di fatto la giornata non lavorata è coperta interamente dall’INPS, attraverso l’erogazione di un’apposita indennità. Quella di garantire un permesso retribuito anche per validi motivi di solidarietà e spirito altruistico, è infatti una delle varie funzioni proprie dell’Istituto in oggetto. Tali permessi sono accordati a tutti i lavoratori dipendenti, esclusi quindi autonomi e parasubordinati. Ci sono però dei requisiti da rispettare: il dipendente deve donare almeno 250 grammi di sangue e, inoltre, deve svolgere la donazione presso un centro di raccolta o un centro trasfusionale autorizzato dal Ministero della Sanità.

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Il permesso retribuito, in caso di donazione sangue, vale per l’intera giornata lavorativa in cui è svolta la donazione. C’è però anche da calcolare un periodo di riposo successivo, pari a 24 ore decorrenti dal momento in cui il dipendente si assenta per fare il prelievo o, in mancanza di questa informazione, dal momento in cui ha effettuato la donazione risultante dal certificato.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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