Ddl costituzionale 2019: taglio parlamentari ed elezioni. Cosa contiene?

Pubblicato il 12 Luglio 2019 alle 13:14 Autore: Claudio Garau

Ddl costituzionale sul taglio numero parlamentari: cosa prevede e a che punto è l’iter di approvazione. Il rapporto tra esso ed eventuali nuove elezioni.

Ddl costituzionale 2019 taglio parlamentari ed elezioni. Cosa contiene
Ddl costituzionale 2019: taglio parlamentari ed elezioni. Cosa contiene?

Pare ormai destinato a realizzarsi il progetto, fortemente voluto dall’attuale Governo, di riforma costituzionale, relativa al taglio del numero dei parlamentari (deputati e senatori). Vediamo allora cosa succederà tra breve, alla fine dell’iter previsto dalla legge, per l’adozione di questo tipo di provvedimenti, denominati ddl costituzionale.

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Ddl costituzionale: qual è la situazione attuale e la tempistica

In questi giorni c’è stato il sì del Senato alla riforma costituzionale che dispone la riduzione drastica del numero dei deputati (da 630 a 400) e del numero dei senatori (da 315 a 200). Ora occorre l’approvazione della Camera, affinché il testo in oggetto possa diventare legge dello Stato a tutti gli effetti, modificando quanto contenuto nella Costituzione italiana. L’iter comporterà il voto dei deputati probabilmente nel mese di settembre; dovranno poi passare tre mesi, e quindi occorrerà attendere dicembre, per l’effettiva promulgazione da parte del Presidente della Repubblica. Ricordiamo che quest’ultima attività è di esclusiva competenza del Capo dello Stato, il quale formalmente dichiara dichiara valido ed efficace un atto normativo.

Occorre rimarcare che la riforma legata a questo ddl costituzionale, non è stata però approvata con la maggioranza dei due terzi dei parlamentari (prevista per questo categoria di leggi): pertanto, lo scenario potrebbe far pensare all’eventuale tentativo di referendum, previsto dall’art. 138 della Costituzione. Già qualcosa di simile, nel recente passato, accadde con la riforma Renzi. C’è da ritenere, però, che è molto difficile che un qualche partito chieda questa volta l’iter di consultazione popolare, per ovvi motivi di convenienza politica.

Circa la recente votazione, merita di essere sottolineato quest’aspetto: per giungere all’ok del Senato alla riforma costituzionale (e quindi al numero minimo di 161 voti favorevoli), la maggioranza non è stata autosufficiente. Ciò in quanto è stato determinante un appoggio esterno, quello dei voti degli esponenti del partito Fratelli d’Italia. Alla fine, il provvedimento in oggetto è stato approvato con 180 sì e 50 no.

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Gli effetti della legge costituzionale su possibili nuove elezioni politiche

In effetti, un ddl costituzionale di questo tipo, da una parte “alleggerisce” le Camere e le rende più agili nelle attività e meno costose per i cittadini, dall’altra ha un rilevante effetto di natura politica. Tale provvedimento infatti comporterebbe un nuovo consolidamento dell’attuale legislatura, perché ricompatterebbe le forze di Governo in campo e allontanerebbe definitivamente eventuali elezioni anticipate. Ciò anche in relazione al fatto che il 20 luglio si chiude la finestra elettorale che avrebbe permesso di votare nel mese di settembre, prima cioè dell’apertura della sessione di bilancio. In conclusione, probabilmente si tratta di un provvedimento che farà contenti moltissimi cittadini italiani, per motivi di lotta alla casta e ai privilegi, ma anche Lega e Movimento 5 Stelle, per ragioni di opportunità politica e di continuità di governo.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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