Pignorabilità assegno di mantenimento: limite e quando scatta. La guida

Pubblicato il 16 Luglio 2019 alle 15:00 Autore: Claudio Garau

Assegno di mantenimento: può essere oggetto di pignoramento in caso di debiti? Quali somme possono effettivamente essere pignorate?

Pignorabilità assegno di mantenimento limite e quando scatta. La guida
Pignorabilità assegno di mantenimento: limite e quando scatta. La guida

Il pignoramento, ovvero l’atto con cui è intrapresa l’esecuzione forzata nei confronti del patrimonio del debitore (che non riesce a saldare il suo debito), è attivabile non solo su pensioni o stipendi, ma anche sull’assegno di mantenimento. Vediamo allora cosa dice la legge in proposito e quali sono i limiti.

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Pignoramento assegno: qual è il contesto di riferimento

In ogni caso, il pignoramento è pur sempre un provvedimento di natura giudiziaria, con il quale al debitore viene imposto di non utilizzare più il bene oggetto di espropriazione, al fine che tale bene costituisca garanzia di credito. Per poter ottenere il pignoramento del bene – anche dell’assegno di mantenimento – è però necessario che l’interessato dimostri la sussistenza di un diritto di credito. Le norme di riferimento sono contenute nel Codice di Procedura Civile e stabiliscono formalmente quale sia la procedura da adottare. In particolare, l‘art. 492 c.p.c. afferma che il pignoramento è dato da una ingiunzione che l’ufficiale giudiziario rivolge “al debitore di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato i beni che si assoggettano alla espropriazione e i frutti di essi“.

Assegno di mantenimento e pignoramento

Prima di analizzare il rapporto tra pignoramento ed assegno di mantenimento, occorre ricordare che non tutti i beni sono pignorabili. Secondo la legge, alcuni beni non possono essere oggetto di pignoramento, tra essi in particolare i crediti alimentari dovuti all’ex coniuge o ai figli, da tener ben distinti dall’assegno di mantenimento. I crediti alimentari sono tutte le risorse necessarie per soddisfare la sopravvivenza di chi li riceve (cibo, bevande, ma anche spese per bollette e medicine), e la legge li definisce come non pignorabili. Tuttavia, è consentito pignorare l’assegno di mantenimento, vale a dire la somma di denaro finalizzata a far sì che l’ex coniuge e i figli conservino lo stesso tenore di vita sussistente durante il matrimonio. Insomma, la legge ammette che le spese “superflue” ed ulteriori rispetto a quelle strettamente fondamentali, siano oggetto di espropriazione a garanzia del credito.

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A questo punto però, domandiamoci entro quali limiti. In sostanza, l’esecuzione forzata, ovvero il pignoramento dell’assegno può intervenire su tutta quella parte di denaro che supera la somma che serve e a coprire le esigenze primarie del destinatario. Sarà il giudice, in base ad una valutazione soggettiva e discrezionale, che comunque tiene conto delle circostanze di fatto e della situazione concreta, a stabilire quali sono le effettive esigenze di sopravvivenza, e quindi a fissare la soglia (variabile), oltre la quale opererà il pignoramento dell’assegno di mantenimento.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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