Va bene, parliamo di Bibbiano

Pubblicato il 22 Luglio 2019 alle 17:24 Autore: Nicolò Zuliani
Va bene, parliamo di Bibbiano

Di recente, in Internet è tutto un pronunciare Bibbiano. È diventato il nuovo “e allora il PD?”, mantra tuttofare che ormai era diventato vetusto. “Perché non parlate di Bibbiano?”, scrivono persone nella sezione commenti di qualsiasi giornale. Anche sotto notizie che non c’entrano nulla: uno speleologo è rimasto incastrato e l’han tirato fuori i pompieri: “Perché non parlate di Bibbiano?”. Secondo i dati, gli italiani hanno aumentato il consumo di carne: “Perché non parlate di Bibbiano?”.

“Perché non si parla di Bibbiano?”

Quello di bambini, adozioni e case famiglia è un argomento che a me sta a cuore. È un mondo grigio pieno di buchi e squallore, dove lo Stato è vago e insufficiente. Due anni fa ci avevo scritto un soggetto e un reportage per due case editrici, una indipendente e una molto grossa: entrambe risposero che l’argomento non era interessante. Sono professionisti, mi fido dei loro giudizio e i “no” aiutano a crescere. Però, siccome m’era rimasta sullo stomaco, avevo scritto per un’altra testata un long form sullo scandalo delle adozioni in Spagna. Fu un successo enorme.

Casa famiglia

Quindi, perché non si parla di Bibbiano?

Perché credo sia una storia che alla classe intellettuale non colpisce quanto l’opinione pubblica. È innegabile su Bibbiano non si sia suonata la grancassa, ma credo (spero) non per cattiva fede. Bibbiano è un orrore in divenire, ci sono nomi e cognomi che rischiano di essere diffamati, innocenti linciati e famiglie disintegrate, magari tirate in mezzo dalla folla inferocita. È una matassa rognosa e finché la procura e i giudici non l’avranno dipanata, esporsi è pericoloso quanto stupido.

Anche se sì, il comunicato stampa del PD di Bibbiano è stato… mal concepito, diciamo, mentre la sbandierata querela è stata proprio un atto di stupidità dettata dal panico. Alla folla è arrivato il messaggio “non ne parleremo, e se ne parlate voi vi denunciamo”. Piuttosto esprimi cordoglio per le vittime, dichiarati incredulo dell’accaduto, esprimi fiducia nella magistratura augurandoti faccia piena luce e soprattutto querela in silenzio, santo Dio.

Casa famiglia

La sua strumentalizzazione

A livello politico, l’orrore di Bibbiano sta al centrosinistra come la peronospera all’orto. Siamo già un paese fortemente anziano – quindi bigotto – e a livello d’immagine, questa storia riporterà il dialogo sui bambini in affido alle famiglie gay indietro di dieci anni. È una tragedia, perché dopo essermi studiato affidamenti, case famiglia e assistenti sociali, credetemi: vanno tirati via da quei posti il prima possibile, e sono enormemente a favore dell’affido a qualunque adulto sano di mente sia disposto a farlo. Il punto è: chi decide chi è sano di mente? Gli assistenti sociali. E chi decide quali assistenti sociali sono sani di mente?

C’è una domanda peggiore.

Ed è “come si diventa una casa famiglia”. Chi viene scelto, come, che vantaggi ne ottiene e quali criminali ci gravitano attorno o dentro. Sono notizie che ci passano sotto gli occhi ogni giorno, trafiletti nei giornali che esplodono e rimbombano nelle bacheche del paese reale, mentre passano in cavalleria per gli opinionisti che se la scrollano di dosso con la citazione “perché nezzuno penza hai bambini?””.

Casa famiglia

E temo sia perché sono storie troppo lontane, troppo miserabili, troppo tristi e soprattutto troppo poco commentabili. Racconti come la palazzina degli orrori di Parco Verde cadono nel nulla perché riguardano quell’Italia degradata, povera, ignorante che grazie alla nostra percezione falsata dai social è scomparsa, e se spunta fuori, bè, dipende: suffraga la nostra visione politica o no?

…e la mancanza di risposte

Quello che mi spaventa è la reazione di politici, giornalisti, opinionisti per cui donne violentate, uomini rovinati, immigrati, bambini, anziani, handicappati, tossicodipendenti vengono abbandonati nel vuoto legislativo, in balia di volontari quando va bene, di criminali molto più spesso legati alla mafia, o magari a una setta religiosa di cui non farò il nome qui. Ma siccome sono pochi e non permettono di dire “fascista”, allora non sono interessanti.

Case popolari

Almeno fino a Bibbiano

Poi i proletari vedono minacciata la loro prole, cioè l’unica cosa che hanno. La parola è vecchia, ma esistono lo stesso. Sono famiglie con problemi di dipendenze, violenza, ignoranza, salute, difficoltà economiche, criminalità, debiti che a differenza di quanto credono le brave persone dell’area C, non tutti “se la sono cercata”. Sono uomini e donne che nei figli vedono l’unica speranza di un futuro migliore, di un aiuto o l’unica gioia che gli resta.

Case popolari, veneto

E conoscono bene gli assistenti sociali. Se li sono visti gironzolare per il condominio a parlare coi vicini, a spiare dalla finestra, a sentire i professori, e ognuno di loro potrebbe avere rancori verso di te. Disprezzarti, magari. Noi non sappiamo cosa si prova ad avere attorno una donna legittimata a portarti via il figlio “perché è per il loro bene”. Ora con Bibbiano è saltato fuori che no, non era nemmeno per il loro bene. Il partito politico è un caso?

Vaglielo a spiegare.

Al netto delle dichiarazioni roboanti di Salvini, o Di Battista che su questa tragedia vuole scriverci un libro – bella intuizione, bravo! – per i bambini, le case famiglia e le famiglie proletarie non cambierà nulla. Ma a livello comunicativo, questa non è una storia destinata a scomparire dall’immaginario collettivo per molto tempo.

Che nel 2019 significa circa due o tre anni.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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