Pensioni ultima ora: Quota 41 per tutti, lavoratori promettono battaglia

Pubblicato il 23 Luglio 2019 alle 17:11 Autore: Giuseppe Spadaro

Pensioni ultima ora: Quota 41 per tutti e in tempi brevi. La spinta arriva al Governo da gruppi di lavoratori organizzati che promettono battaglia.

Pensioni ultima ora: Quota 41 per tutti, lavoratori promettono battaglia

Pensioni ultima ora: il governo in carica ha scommesso sul tema previdenziale – di cui si discute ancora molto – ed ha approvato col decreto n. 4/2019 Quota 100. In pratica una misura che consente la pensione anticipata a chi ha 62 anni e 38 di contributi versati. La nuova modalità sarà in vigore per il triennio 2019-2021.

Pensioni ultima ora, da Quota 100 a Quota 41

Già nel contratto di Governo viene indicato come step successivo Quota 41. La volontà politica di Lega e Movimento 5 Stelle prevede di dare la possibilità di accedere alla pensione ai lavoratori che hanno 41 anni di contributi versati, a prescindere dall’età anagrafica. Modalità che non è stato possibile approvare in prima battuta in quanto più dispendiosa rispetto a Quota 100 e probabilmente non sostenibile nell’immediato per le casse dello Stato.

Nei mesi e nelle settimane precedenti si sono ripetute le rassicurazioni circa la volontà di mantenere fermo l’obiettivo ed in alcuni casi si è anche ventilata l’ipotesi di poter anticipare il termine. Che significa? Provare a fare in modo che l’ok a Quota 41 arrivi prima del 2022.

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La spinta dei lavoratori per Quota 41

Esattamente in questa direzione spingono gruppi organizzati come “41 per tutti-Lavoratori Uniti” che da tempo chiedono al Governo di accelerare i tempi.

Al momento ciò che fa fede perché è scritto nero su bianco nel contratto di governo in materia di pensioni.

Il documento a pagina 33 contiene il paragrafo su “pensioni, stop legge Fornero”. Nel paragrafo si legge che «occorre provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni cd. “Fornero”, stanziando 5 miliardi per agevolare l’uscita dal mercato del lavoro delle categorie ad oggi escluse. Daremo fin da subito la possibilità di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva, tenuto altresì conto dei lavoratori impegnati in mansioni usuranti. Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza. Prorogheremo la misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Prorogheremo tale misura sperimentale, utilizzando le risorse disponibili».

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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