Spiaggia libera e a pagamento 2019: diritti consumatori e doveri stabilimenti

Pubblicato il 26 Luglio 2019 alle 16:00 Autore: Claudio Garau

Spiaggia libera e a pagamento: quali diritti per i bagnanti e quali doveri per autorità o privati. Ecco cosa è utile sapere in proposito.

Spiaggia libera e a pagamento 2019: diritti consumatori e doveri stabilimenti

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, visto anche il periodo estivo, circa l’argomento della spiaggia libera e della spiaggia a pagamento, ovvero data in concessione ai privati. Vediamo allora quali sono i diritti dei consumatori (i bagnanti) e i corrispondenti doveri degli stabilimenti.

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Spiaggia libera e stabilimento privato: quale rapporto?

C’è un aspetto fondamentale da cui partire: da un punto di vista squisitamente giuridico, la spiaggia è un bene pubblico che continua ad appartenere allo Stato, anche se laddove sia data in concessione agli stabilimenti balneari privati.

In particolare, la battigia o bagnasciuga, poi, resta sempre a disposizione di tutti, anche se l’area vicina è riconducibile ad uno stabilimento privato. In altre parole, spiagge e lidi, insieme a rade e porti, fanno parte del cosiddetto demanio marittimo dello Stato, sono cioè beni di sua proprietà (oppure di Regioni, Province o Comuni), indipendentemente dal rilascio di una concessione. Non possono essere soggetti ad espropriazione e quindi a trasferimento di proprietà ed, anzi, sono mirati e destinati a costituire servizio per la collettività.

Ci si potrebbe allora domandare perché sono ammesse ed esistono le spiagge private. In verità, tali spiagge non sono “private” in senso stretto, bensì sono piuttosto oggetto di concessione da parte della pubblica autorità verso i concessionari privati.

In ogni caso, i poteri del concessionario di articolare l’uso dello stabilimento come ritenuto più opportuno (soprattutto da un punto di vista di profitto economico), fanno i conti – sempre e comunque – con il dovere di garantire la libera fruizione e il libero utilizzo (senza costi) della battigia o bagnasciuga da parte di tutti i bagnanti (che vogliano semplicemente accedere alla battigia, servendosi del percorso più breve, e non usufruire dei servizi a pagamento dello stabilimento balneare privato).

La fruizione gratuita della battigia e gli obblighi dei titolari delle concessioni

La legge vigente (in particolare la legge n. 296 del 2006, anche conosciuta come Finanziaria 2007), come accennato, sancisce la libertà di percorrere gli spazi delle strutture private, per raggiungere l’area della battigia. Perciò garantisce la possibilità di farsi un bagno in mare in modo assolutamente gratuito. Giuridicamente, la battigia è la parte di spiaggia (libera), contro cui le onde si infrangono al suolo, che si estende per circa 5 metri dal limitare del mare.

Insomma un’ampiezza piuttosto considerevole. Per le spiagge di ampiezza inferiore ai 20 metri, l’estensione della battigia può essere abbassata fino a 3 metri. In altre parole, i concessionari sono obbligati ad ammettere il transito nello stabilimento e l’accesso alla battigia o spiaggia libera, antistante il perimetro dello stabilimento.

Insomma, gli stabilimenti debbono consentire il varco ai bagnanti che vogliano semplicemente farsi una nuotata in mare o una passeggiata rilassante sul bagnasciuga, senza per questo voler anche pagare per una sdraio o un ombrellone.

Inoltre, il concessionario privato non potrà ostacolare le attività e il passaggio in questo settore di spiaggia, attraverso ad esempio l’utilizzo di ingombranti ombrelloni, lettini e quant’altro, di fatto da ritenersi oggetti posizionati fuori luogo e senza autorizzazione. Tuttavia le violazioni della legge non sono rare, e spesso capita che ai bagnanti sia richiesto di pagare il biglietto di ingresso allo stabilimento, anche solo per raggiungere la battigia. In queste circostanze, è opportuno fare apposito reclamo presso gli uffici della Capitaneria di Porto o della Polizia Municipale.

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Le spiagge libere e il dovere di pulizia

Non tutte le spiagge sono date in concessione ai privati: come ben noto a chi le frequenta, nelle migliaia di km di costa della penisola, ci sono anche tantissime spiagge completamente libere, ovvero senza costruzioni o stabilimenti privati. Su questo punto, la legge vigente dispone che gli stabilimenti privati debbano essere intervallati da spiagge libere, ben visibili, ampie e non periferiche rispetto al territorio. Insomma, deve sussistere un bilanciamento di spazio tra spiagge in concessione e spiagge libere.

In conclusione, qualche considerazione sul dovere di pulire e sul corrispondente diritto del bagnante di trovare una spiaggia pulita e libera da rifiuti di ogni tipo. Nelle spiagge libere il dovere di eliminare la sporcizia è a carico del Comune, oppure del concessionario, se affidata a soggetti privati. Se il bagnante trova una spiaggia non a norma quanto a livello di pulizia, può inoltrare una segnalazione al Comune di riferimento o alla Capitaneria di Porto del territorio.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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