Anticipo Tfs statali, pagamento rinviato: cosa si rischia con crisi di governo

Pubblicato il 26 Agosto 2019 alle 10:55 Autore: Daniele Sforza

Anticipo Tfs dipendenti statali: quali sono gli ultimi aggiornamento dopo la crisi di governo? Ecco le ultime notizie a riguardo.

Anticipo Tfs statali, pagamento rinviato: cosa si rischia con crisi di governo

Si parla ancora di anticipo Tfs per i dipendenti statali che usciranno dal mondo del lavoro usufruendo di Quota 100. Nel decreto che contiene Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, infatti, si stabilisce anche che i dipendenti statali che vanno in pensione con la nuova misura di pensione anticipata, potranno ricevere una parte del Trattamento di fine servizio (fino a un importo di 45 mila euro) tramite prestito bancario con tasso al 2,5% circa. Chi invece non volesse optare per questa soluzione dovrà attendere le consuete tempistiche di erogazione del Tfr e Tfs, con la classica formula di rateizzazione per importi superiori a 50 mila e 100 mila euro.

Anticipo Tfs statali a rischio?

Il Messaggero riferisce che il ministro Bongiorno aveva perfino richiamato i dirigenti del suo ministero per lavorare alacremente sulla corresponsione della liquidazione ai dipendenti statali. Il problema è che poi è seguita la crisi di governo e ora ci si interroga sul futuro di molte misure, che rischiano di cadere in uno stallo senza via d’uscita. Con un nuovo governo, inoltre, c’è anche il timore che il provvedimento resti bloccato e questo potrebbe ripercuotersi su una platea di circa 230 mila pensionati.

La procedura: rischio annullamento?

Il blocco è ancora vivente: manca la pubblicazione del decreto attuativo e quindi risultano mancanti solo le convenzioni tra Abi e Inps, che potranno seguire solo al superamento del primo step. Il quotidiano romano segnala i problemi ancora vigenti: con un regolamento scritto circa 3 mesi fa, a inizio agosto il Garante della Privacy e l’Antitrust hanno proposto al Ministero della Funzione Pubblica delle modifiche. Da qui il richiamo del ministro Bongiorno ai suoi dirigenti, tornati in anticipo dalle ferie, proprio per lavorare su quelle correzioni richieste. Una volta rifinito il testo, quest’ultimo dovrà essere inoltrato al Mef e bisognerebbe superare alcuni ostacoli sulla regolamentazione del fondo Inps per il prestito bancario. Poi ci sarebbe il passaggio al Consiglio di Stato e quindi alla Corte dei Conti e infine il passaggio in consiglio dei ministri, ma le tempistiche rischiano di essere ulteriormente dilazionate. E chissà che con un nuovo governo il provvedimento non rischi seriamente di scomparire, insieme a tutto il pacchetto previdenziale comprendente Quota 100.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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